Per la rubrica Io c'ero: L'Orfeo di Monteverdi
Un vero e proprio “match”, con il pubblico, non più solo e semplicemente spettatore. La regia lo incalza. Lo sguardo è reciproco, come in uno specchio. Mentre si assiste a quanto avviene in scena, il grande occhio è puntato verso di noi, si avvicina, scende giù negli inferi e anche nel profondo di noi stessi, quasi a responsabilizzare lo spettatore. “Lo sguardo modifica la comprensione di noi stessi, della nostra identità. La rappresentazione esiste solo per il pubblico che la guarda e il suo occhio ne modifica la realtà”, scrive il regista. E allora può essere che questa volta Euridice non muoia... forse. E invece muore, così come non cambia la domanda posta a Orfeo: “Perché non ti sei fidato?”. Il mito supera i confini. Amore, vita, morte, l’amore che supera la morte... Cocteau - le cui parole appaiono a inizio opera - scriveva: se pensi sia così lontana la morte... guardati ogni giorno allo specchio... E’ ricca di citazioni e simboli - ....
LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL’EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO AL 4 LUGLIO, OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT
c.parm

