Nel fine settimana audizioni speciali con Tre dei migliori allievi del Concertmaster Artist Diploma dell’Accademia Stauffer
Tre dei migliori allievi del Concertmaster Artist Diploma dell’Accademia Stauffer saranno protagonisti, sabato 16 e domenica 17 luglio, a mezzogiorno, sul palco dell’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino di Cremona, delle audizioni con gli strumenti più preziosi delle collezioni.
Sabato, la violinista svedese Ava Bahari, terza al Premio Paganini lo scorso anno, si esibirà con il Guarneri “del Gesù” Stauffer 1734; domenica duetteranno strumenti di Francesco Rugeri. Brieuc Vourch suonerà il proprio, del 1690: Andrej Roszyk quello del 1680 circa, affidato dalla Fondazione Arvedi Buschini al Museo lo scorso aprile.
Sarà, dunque, occasione per riscoprire la figura del capostipite della famiglia Rugeri, il cui nome è nell’Olimpo della liuteria al pari di Guarneri, Amati e Stradivari. Nulla si conosce della sua formazione, iniziata quando sulla scena cremonese brillava un solo grande protagonista, Nicolò Amati. Gli strumenti di Francesco manifestano però tratti inequivocabili dell’influenza dello stile e delle tecniche costruttive di Nicolò. Il legame fra i due cremonesi e le loro famiglie è del resto documentato per quanto la bottega di Francesco si trovasse fuori le mura, a differenza di quelle degli altri artefici cremonesi collocate una accanto all’altra nel cuore della città, nel quartiere noto come “isola”. Dopo di lui ben quattro figli continueranno a cimentarsi nell’arte liutaria: Giovanni Battista, Giacinto, Vincenzo e Carlo. Vincenzo intrecciò solidi rapporti con la famiglia Bergonzi al punto che è ipotizzabile la presenza nella bottega Rugeri di Carlo Bergonzi, considerato l’ultimo esponente del periodo classico cremonese.
Nelle etichette Francesco è spesso citato come “detto il Per”. Più d’uno ha ricondotto all’uso da parte di Francesco del legno di pero nella costruzione dei suoi strumenti, altri hanno intuito in questa specificazione una identificazione genealogica...
Sabato, la violinista svedese Ava Bahari, terza al Premio Paganini lo scorso anno, si esibirà con il Guarneri “del Gesù” Stauffer 1734; domenica duetteranno strumenti di Francesco Rugeri. Brieuc Vourch suonerà il proprio, del 1690: Andrej Roszyk quello del 1680 circa, affidato dalla Fondazione Arvedi Buschini al Museo lo scorso aprile.
Sarà, dunque, occasione per riscoprire la figura del capostipite della famiglia Rugeri, il cui nome è nell’Olimpo della liuteria al pari di Guarneri, Amati e Stradivari. Nulla si conosce della sua formazione, iniziata quando sulla scena cremonese brillava un solo grande protagonista, Nicolò Amati. Gli strumenti di Francesco manifestano però tratti inequivocabili dell’influenza dello stile e delle tecniche costruttive di Nicolò. Il legame fra i due cremonesi e le loro famiglie è del resto documentato per quanto la bottega di Francesco si trovasse fuori le mura, a differenza di quelle degli altri artefici cremonesi collocate una accanto all’altra nel cuore della città, nel quartiere noto come “isola”. Dopo di lui ben quattro figli continueranno a cimentarsi nell’arte liutaria: Giovanni Battista, Giacinto, Vincenzo e Carlo. Vincenzo intrecciò solidi rapporti con la famiglia Bergonzi al punto che è ipotizzabile la presenza nella bottega Rugeri di Carlo Bergonzi, considerato l’ultimo esponente del periodo classico cremonese.
Nelle etichette Francesco è spesso citato come “detto il Per”. Più d’uno ha ricondotto all’uso da parte di Francesco del legno di pero nella costruzione dei suoi strumenti, altri hanno intuito in questa specificazione una identificazione genealogica...
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R.S.

