A StradivariFestival, il pianista Uri Caine: "Ho trascritto le sue opere per ensemble"
Artista difficilmente catalogabile: (pianista, compositore e arrangiatore), spazia dal jazz alla classica cavalcando il pentagramma senza briglie e senza barriere”. Lo Stradivari Festival presenta così Uri Caine, ospite della rassegna cittadina domenica sera (ore 21) all’Auditorium Giovanni Arvedi. Insieme con il Quartetto d’archi “Indaco” e Ted Reichman alla fisarmonica Caine riprenderà un progetto nato poco più di vent’anni fa, nel 1997: un concerto interamente wagneriano, con riarrangiamenti di pagine amate e conosciute anche dal grande pubblico. Se il timbro dell’organico può suggerire un disegno “a punta secca” l’ascoltatore non farà fatica a ricostruire mentalmente la grandiosità delle musiche in scaletta: Lohengrin, Thannäuser, “I Maestri Cantori di Norimberga”, “La Valchiria” e “Tristano e Isotta”, grandiosi oli su tela operistici nonché quintessenza di traboccante romanticismo. Intervistiamo il pianista di Philadelphia prima di “Wagner e Venezia”, la serata offerta dal Museo del Violino.
Maestro, molti musicisti jazz hanno rivisitato e parafrasato il repertorio colto: Bach, soprattutto, così come Ravel e Poulenc. Lei ha incluso anche Mozart, Mahler e Verdi. Come è nata l’idea di “Wagner e Venezia”?
«È nata leggendo la sua biografia: Wagner amava Venezia e vi soggiornò in questa città durante gli ultimi anni di vita. In Piazza San Marco ascoltò spesso diverse trascrizioni delle sue opere, suonata da formazioni di caffè-concerto. L’etichetta discografica con la quale stavo collaborando, negli anni Novanta, aveva dedicato un disco al repertorio di queste piccole orchestre. Da qui è nata la mia ispirazione...
Maestro, molti musicisti jazz hanno rivisitato e parafrasato il repertorio colto: Bach, soprattutto, così come Ravel e Poulenc. Lei ha incluso anche Mozart, Mahler e Verdi. Come è nata l’idea di “Wagner e Venezia”?
«È nata leggendo la sua biografia: Wagner amava Venezia e vi soggiornò in questa città durante gli ultimi anni di vita. In Piazza San Marco ascoltò spesso diverse trascrizioni delle sue opere, suonata da formazioni di caffè-concerto. L’etichetta discografica con la quale stavo collaborando, negli anni Novanta, aveva dedicato un disco al repertorio di queste piccole orchestre. Da qui è nata la mia ispirazione...
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00:00|September 26, 2019
Stefano Frati