Solo per una piccola quota, certo, ma le sorti del Pdl cremonese sono in mano loro. Il presidente Massimiliano Salini, il consigliere regionale Carlo Malvezzi, il coordinatore provinciale Luca Rossi, il capogruppo in Provincia, Gabriele Gallina, e il suo vice, Antonio Agazzi. Sono i cinque cremonesi che, in virtù dei loro incarichi, partecipano di diritto al Consiglio nazionale del Pdl. In tutta Italia i componenti il Consiglio sono 800, compresi i cinque cremonesi, ed è a questo organismo che spetterà decidere il futuro del partito. Alla volta dell’8 dicembre il “parlamentino” del Pdl si riunirà per ratificare o meno la proposta uscita venerdì scorso dall’Ufficio di presidenza, tesa ad azzerare le cariche nel Pdl e, di fatto, avviarne la liquidazione in vista della rinascita di Forza Italia. A norma di Statuto, per l’approvazione della proposta occorrono i due terzi dei voti del Consiglio nazionale. Chiaro, non si tratta semplicemente di abbassare la serranda sul partito, e tantomeno passare da un nome all’altro: al futuro della prima realtà politica di centrodestra sono legate importanti ripercussioni sulla tenuta del governo e, più in generale, sulla politica nazionale. Anche per questo la decisione è sofferta. Anche per questo le correnti del Pdl – “lealisti” e “alfaniani” – si stanno organizzando per promuovere documenti unitari così da superare la decisione dell’8 dicembre. D’altra parte, il rischio frattura è concreto e Silvio Berlusconi sarebbe intenzionato a procedere con Forza Italia in ogni caso. Insomma, comunque la si pensi, il momento è determinante per il futuro del centrodestra.
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00:00|November 5, 2013
Federico Centenari
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