«Scrivo. Perché non posso proprio farne a meno. Perché ci sono tante vite possibili e l’unico modo per non lasciarle da sole a vivere da qualche parte senza di me - senza di voi - è provare a ‘inchiostrarle’ in una realtà osservabile e interpretabile, e proporle a chi mi legge come diverse, possibili, curiose alternative». Nasce così l’arte di Carla Menaldo, scrittrice di origine padovana ed esperta di comunicazione, che sarà a Cremona sabato 30 novembre, alle 17.30, presso Spazio Comune, all’interno di un incontro organizzato dal Lions e moderato da Claudio Ardigò. Nel suo ultimo libro “Sangue di drago” (Cleup editore) racconta un viaggio alla scoperta della propria identità, per fuggire e lasciarsi tutto alle spalle. Una storia di eros e amore romantico, un percorso interiore che parte da un omicidio per approdare alla coscienza di sé. La protagonista è Aspasia, in fuga dopo l’uccisione dell’amante Bruno. Vola in Portogallo, senza valigia. Viaggia dentro il suo passato, ripercorrendo incontri, amori, errori. Incisiva ed essenziale.
Da dove nasce l’ispirazione per i suoi libri? Quanto c’è di reale e quanto è frutto di invenzione?
Di solito l’idea per i miei romanzi arriva dal reale, qualcosa che è successo a me, che vedo o mi viene raccontato. Poi però il reale si stempera nella trame, nei personaggi che si prendono la loro vita e la vivono a modo loro, staccandosi dall’espediente originario.
Di solito l’idea per i miei romanzi arriva dal reale, qualcosa che è successo a me, che vedo o mi viene raccontato. Poi però il reale si stempera nella trame, nei personaggi che si prendono la loro vita e la vivono a modo loro, staccandosi dall’espediente originario.
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Giorgia Cipelli

