In Ucraina faceva la ballerina e la fotografa: ho ancora molti sogni
Sono film brevissimi, video della durata di un minuto scarso. Quasi piccoli film francesi, registrati qui vicino. È l’alba, quando la giovane donna si sveglia in quella che sembra essere una cascina del Nord Italia, annaffia l’orto, dà da mangiare alle galline, prepara le medicine per il vecchio contadino e sua moglie la sarta. Fatta la colazione, salta in bicicletta e si reca nel centro del paesino, in edicola dove compra i giornali, e poi mezzo chilo di gnocchi dal furgoncino. Torna a casa e mette in tavola il pranzo mentre un coniglietto bruca un cuscino e dalle gronde del tetto si vede penzolare la coda di un gattone. «Questo blog parla di una persona assolutamente ordinaria, sono una badante, non sono Beyoncé», dice.
Tuttavia, la sua storia a noi è sembrata straordinaria. Elisabetta, Lisa, è una rifugiata: «era febbraio 2022 e lavoravo come fotografa quando è scoppiata la guerra. A marzo, ho preso con me il gatto e la borsa coi vestiti, e sono scappata in Italia. È stata un’evacuazione. Non parlavo italiano, e non mi sono impegnata a impararlo per almeno sei mesi,...
Tuttavia, la sua storia a noi è sembrata straordinaria. Elisabetta, Lisa, è una rifugiata: «era febbraio 2022 e lavoravo come fotografa quando è scoppiata la guerra. A marzo, ho preso con me il gatto e la borsa coi vestiti, e sono scappata in Italia. È stata un’evacuazione. Non parlavo italiano, e non mi sono impegnata a impararlo per almeno sei mesi,...
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00:00|August 1, 2024
Paola Silvia Dolci