Per la rubrica Gli uomini che fecero l'Italia: le conclusioni
Alla fine del ciclo de “Le avanguardie del Risorgimento” vale la pena riassumere l’importanza dei valori, dell’influenza, delle testimonianze che ci hanno lasciato, nelle opere, nelle vite e nei comuni ideali che hanno perseguito, talvolta solo sognato, in un immaginario intreccio di caratteri comuni che li unisce nonostante ognuno di loro rappresenti un unicum e tracci una via diversa verso l’obiettivo vero ed unico: l’Indipendenza e l’Unita’ nazionale. Vediamo questi caratteri comuni.
Provenienza / estrazione / ambiente sociale Provenivano tutti (tranne Guerrazzi e Cattaneo) dalla borghesia o dalla piccola nobiltà di provincia; molto spesso erano tra loro parenti, (Balbo cugino di D’Azeglio, che a sua volta frequentò Vieusseux, indi la famiglia Manzoni di cui divenne genero e in seguito ne sposò la prima moglie) o amici (Pellico amico di Balbo, Guerrazzi amico di Montanelli) oppure, frequentando le stesse amicizie o gli stessi salotti/circoli culturali (Vieusseux conosceva quasi tutti in quanto loro editore) subivano le stesse influenze che poi fatalmente si traducevano in influenze politiche (vedi Cattaneo e Gioberti che - pur essendo un abate - furono influenzati dall’amico Giuseppe Mazzini).
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00:00|July 11, 2024
Anselmo Gusperti