Le locande medievali offrivano ristoro dopo una lunga giornata in viaggio
Nell’immaginario collettivo il Medioevo è sempre associato a un’idea di staticità, di immobilismo di persone ma anche di commercio e di cultura, ciò che ha portato a ritenere per lungo tempo che si viaggiasse poco. Era esattamente il contrario, poiché all’epoca viaggiavano un po’ tutti, a volte per svago, spesso per necessità: nobili al seguito di signori, sovrani con le loro corti itineranti, ma anche contadini, mercanti, pellegrini lungo le rotte tracciate dalle Crociate. Questi continui spostamenti portarono sia alla moltiplicazione degli hospitia, inizialmente edifici gestiti da religiosi che, in obbedienza alla loro regola, assicuravano vitto e ristoro ai viaggiatori, poi sulla loro scia da civili, sia alla nascita di taverne che, gestite da persone che esercitavano l’attività in maniera specifica, rappresentavano luoghi di sosta, trasformandosi in prosieguo di tempo in locande vere e proprie. Edifici collocati al centro della viabilità cittadina, lungo strade e mercati, frequentati da persone di estrazione sociale diversificata. Albergatori e tavernieri gestivano strutture a pagamento composte normalmente da vari ambienti: la locanda vera e propria, poi le stalle per gli animali al seguito degli avventori e i locali che fungevano da magazzini delle merci per i mercanti viaggiatori che vi sostavano....
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00:00|July 4, 2024
Emanuela Zanesi