Nata a Crema, si trasferì bambina in Spagna dove divenne apprezzata scrittrice e giornalista
Il vanto da parte di una comunità cittadina di avere dato i natali a una personalità importante è una delle manifestazioni più comuni dell’orgoglio civico. Ci sono però casi in cui il riconoscimento dei natali di un personaggio famoso viene celebrato in modo, se non proprio pretestuoso, forse un po’ gratuito.
Se guardiamo ad esempio alla storia di Crema, vengono in mente nomi di personaggi celebrati come cremaschi ma che di fatto con Crema ebbero poco o pochissimo a che fare. Si pensi per esempio a Nicolò Amanio, poeta del primo Cinquecento ricordato anche da Ludovico Ariosto nell’ultimo canto dell’Orlando Furioso come uno dei letterati più in vista del tempo: certo, Amanio effettivamente nacque a Crema, ma compì il proprio percorso di vita e la propria carriera al di fuori della città e non legò certo indissolubilmente la sua sorte al proprio luogo natio. Eppure l’orgoglio civico spinse l’erudito ottocentesco Giovanni Solera (fondatore - è bene ricordarlo in mancanza di intitolazione - della Biblioteca di Crema) a raccogliere e curare tutte le Rime di Nicolò Amanio proprio per celebrarne i natali cremaschi.
Ricordare una personalità ed esaltarne i meriti solo in quanto nata a Crema è una prassi un po’ demodé che contraddice il semplice assunto per cui non scegliamo il luogo e la famiglia in cui nascere e dunque non c’è alcun merito nella propria nascita se poi il modo in cui si sceglie di vivere tace sulle proprie origini al punto da far perdere la memoria, anche presso il proprio luogo di nascita, di essere venuti alla luce tra le mura venete...
Se guardiamo ad esempio alla storia di Crema, vengono in mente nomi di personaggi celebrati come cremaschi ma che di fatto con Crema ebbero poco o pochissimo a che fare. Si pensi per esempio a Nicolò Amanio, poeta del primo Cinquecento ricordato anche da Ludovico Ariosto nell’ultimo canto dell’Orlando Furioso come uno dei letterati più in vista del tempo: certo, Amanio effettivamente nacque a Crema, ma compì il proprio percorso di vita e la propria carriera al di fuori della città e non legò certo indissolubilmente la sua sorte al proprio luogo natio. Eppure l’orgoglio civico spinse l’erudito ottocentesco Giovanni Solera (fondatore - è bene ricordarlo in mancanza di intitolazione - della Biblioteca di Crema) a raccogliere e curare tutte le Rime di Nicolò Amanio proprio per celebrarne i natali cremaschi.
Ricordare una personalità ed esaltarne i meriti solo in quanto nata a Crema è una prassi un po’ demodé che contraddice il semplice assunto per cui non scegliamo il luogo e la famiglia in cui nascere e dunque non c’è alcun merito nella propria nascita se poi il modo in cui si sceglie di vivere tace sulle proprie origini al punto da far perdere la memoria, anche presso il proprio luogo di nascita, di essere venuti alla luce tra le mura venete...
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Nicolò Dino Premi

