Novant’anni fa il lascito di Giuseppe Fiorini segnerà il futuro della liuteria cremonese
Quello tra Giuseppe Fiorini e Cremona, per motivi del tutto incomprensibili, non è mai stato un rapporto facile. Eppure è proprio grazie al liutaio bolognese se novant’anni fa, il 26 ottobre 1930, sono state gettate le basi del museo stradivariano, della scuola di liuteria e, più tardi, del nuovo Museo del Violino. Ma quel giorno, che avrebbe segnato il futuro della liuteria cremonese, alla cerimonia di consegna del corposo materiale che costituiva i “cimeli stradivariani”, acquistati dieci anni prima dalla marchesa Paola Dalla Valle di Pomaro, erede del conte Cozio di Salabue sborsando centomila lire, una considerevole somma che aveva finito con l’indebitarlo, non era presente neppure Roberto Farinacci, che si era dato assente fingendo di essere impegnato nella capitale nelle manifestazioni per l’anniversario della marcia su Roma. Pesò il fatto che la moglie di Fiorini fosse ebrea? O piuttosto che, per un’assurda questione di campanilismo, un suo strumento sarebbe stato suonato dalla legittima proprietaria, la violinista bolognese Giacomina Protto, piuttosto che da un musicista cremonese?....
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00:00|November 5, 2020
Fabrizio Loffi