Apprezzata dai nobili del ‘700, iquadri dell’epoca la ritraggono sui banchetti tra carni e verdure. Dal risotto alla marmellata, una specialità che ha saputo reinventarsi

Vi lasceranno l’amaro in bocca. Letteralmente. Ma in fondo, la loro peculiarità è proprio questa. E le radici amare di Soncino hanno trovato spazio sulla tavola accanto ad altri cibi sopraffini. Impiegate negli usi più disparati, dal caffè alla grappa, dal risotto alla marmellata.
Se la prima volta che le assaggiate il loro particolare sapore colpisce in modo inaspettato, già dalla seconda degustazione risulta difficile non lasciarsi avvincere da quel gusto tanto particolare.
Le radici di Soncino erano già presenti nel Medioevo sui banchetti dei nobili dell’Italia Settentrionale. La conferma arriva da dipinti di importanti artisti, che le ritraggono con altri ortaggi tipici e cacciagione.
Ma c’è anche un’altra tradizione, tramandata dalle famiglie di agricoltori Zuccotti e Grazioli, tra i primi a coltivare radici di Soncino dall’inizio del Novecento. Fu Carlo Grazioli, agente della famiglia dei conti Galantino, che annualmente si recava a Genova alla ricerca di bulbi di tulipano provenienti dall’Olanda, ad acquistare...
Se la prima volta che le assaggiate il loro particolare sapore colpisce in modo inaspettato, già dalla seconda degustazione risulta difficile non lasciarsi avvincere da quel gusto tanto particolare.
Le radici di Soncino erano già presenti nel Medioevo sui banchetti dei nobili dell’Italia Settentrionale. La conferma arriva da dipinti di importanti artisti, che le ritraggono con altri ortaggi tipici e cacciagione.
Ma c’è anche un’altra tradizione, tramandata dalle famiglie di agricoltori Zuccotti e Grazioli, tra i primi a coltivare radici di Soncino dall’inizio del Novecento. Fu Carlo Grazioli, agente della famiglia dei conti Galantino, che annualmente si recava a Genova alla ricerca di bulbi di tulipano provenienti dall’Olanda, ad acquistare...
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Giorgia Cipelli

