Dentro la fabbrica dei frati cappuccini dove le scenografie vengono realizzate col fai da te, in largo Boccaccino i segreti della tradizione, a Crema dove si riscopre il mondo contadino, a Torricella dove la Natività viene raccontata dagli alunni dell elementari, a Pizzighettone mugnai, cordai e cavatori di ghiaia in adorazione, trecento figuranti animano l’appuntamento di Vailate

Un’ampia stanza tra le mille del convento. Al centro un grande tavolo da lavoro, arnesi e macchinari, barattoli di colla, pennelli e colori. Ovunque, polistirolo. La materia prima da cui ricavare palazzi d’epoca, casette e capanne, torri e templi, elementi architettonici e scenografici. E’ la “fabbrica del presepio” dei Cappuccini di via Brescia. Padre Gianfranco la “dirige” dal 2001, quando dopo una lunga esperienza tra i ragazzi di una comunità per tossicodipendenti, è arrivato a Cremona, inserendosi nella lunga tradizione della Natività secondo i frati della chiesa di San Giuseppe. Un allestimento che rappresenta una tappa fissa delle festività natalizie, caratterizzato da una grande profondità, da ricchezza di particolari (più di cento le statuine) e dalla volta celeste che segue l’andamento della giornata, dal sorgere del sole alla notte illuminata dalla Cometa.
Al posto del saio, il frate indossa un camice blu da artigiano e armeggia con “taglia polistirolo” anziché scalpelli. Sono strumenti che lui stesso ha progettato e realizzato, indispensabili per plasmare lo speciale materiale ad “alta densità”. Ne ha di varie misure. Ogni pezzo ha il suo impiego: c’è quello per forgiare arabeschi, quello per creare scanalature in colonne o per cesellare finestrelle gotiche. Poi, sono imprescindibili pazienza e passione. «Ho sempre dipinto – racconta padre Gianfranco - e collaborato con amici scenografi dai quali ho appreso diversi segreti sull’utilizzo dei materiali. A Cremona ho avuto la fortuna di...
Al posto del saio, il frate indossa un camice blu da artigiano e armeggia con “taglia polistirolo” anziché scalpelli. Sono strumenti che lui stesso ha progettato e realizzato, indispensabili per plasmare lo speciale materiale ad “alta densità”. Ne ha di varie misure. Ogni pezzo ha il suo impiego: c’è quello per forgiare arabeschi, quello per creare scanalature in colonne o per cesellare finestrelle gotiche. Poi, sono imprescindibili pazienza e passione. «Ho sempre dipinto – racconta padre Gianfranco - e collaborato con amici scenografi dai quali ho appreso diversi segreti sull’utilizzo dei materiali. A Cremona ho avuto la fortuna di...
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00:00|December 24, 2013
B. Sudati