A tre mesi dal suo insediamento, il Prefetto Paola Picciafuochi traccia il primo bilancio alla guida del territorio. In primo piano la gestione delle conseguenze della crisi economica, fra le quali spicca l’emergenza abitativa. Il Prefetto Paola Picciafuochi punta al dialogo con gli attivisti dell’occupazione abusiva.
Un territorio intraprendente che però sta affrontando le conseguenze della difficile congiuntura economica. A tre mesi dal suo insediamento, il primo bilancio del Prefetto Paola Picciafuochi racconta dell’aumento di reati predatori, di una situazione occupazionale con diverse ombre e delle istanze degli enti locali, oppressi dalla mancanza di risorse e dal patto di stabilità. Mentre l’emergenza abitativa, con l’occupazione della palazzina popolare di via Platina, restare una questione da risolvere con diplomazia.
E’ da tre mesi a Cremona, che idea si è fatta della città e del suo territorio?
«Sia il capoluogo che la provincia sono molto belle, ma ciò che più mi ha colpito è il carattere semplice e schietto della gente, che mi riporta alle mie origini toscane. Penso che la vicinanza con l’Emilia abbia favorito, nei cremonesi, il loro essere estroversi. Ho quindi trovato un’ottima accoglienza e mi sento pienamente a mio agio in questa realtà, fatta di persone operose e intraprendenti».
«Sia il capoluogo che la provincia sono molto belle, ma ciò che più mi ha colpito è il carattere semplice e schietto della gente, che mi riporta alle mie origini toscane. Penso che la vicinanza con l’Emilia abbia favorito, nei cremonesi, il loro essere estroversi. Ho quindi trovato un’ottima accoglienza e mi sento pienamente a mio agio in questa realtà, fatta di persone operose e intraprendenti».
Ha incontrato le autorità, i sindaci e i rappresentanti di molti enti locali: quali sono le loro istanze?
«Ho incontrato i sindaci dei comuni al Centro di San Vitale con il presidente della Provincia e i parlamentari del territorio. Hanno manifestato tutti il bisogno di maggiori risorse e la difficoltà di garantire, in alcuni comuni, il rispetto dei parametri del patto di stabilità. Sotto il profilo economico, si auspica un risparmio mediante le convenzioni per l’esercizio in forma associata delle funzioni obbligatorie».
«Ho incontrato i sindaci dei comuni al Centro di San Vitale con il presidente della Provincia e i parlamentari del territorio. Hanno manifestato tutti il bisogno di maggiori risorse e la difficoltà di garantire, in alcuni comuni, il rispetto dei parametri del patto di stabilità. Sotto il profilo economico, si auspica un risparmio mediante le convenzioni per l’esercizio in forma associata delle funzioni obbligatorie».
Avete istituito le “white list”, l’elenco delle imprese non soggette a tentativo di infiltrazione mafiosa. Non le sembrano un’arma spuntata?
«Attualmente nella nostra “white list” c’è una sola azienda, mentre altre sei attendono di essere inserite. Le ragioni di tale scarsità sono da ricercarsi nella mancanza di conoscenza dello strumento, nella crisi economica che ha creato un blocco delle iniziative e nella complessità della procedura di iscrizione».
«Attualmente nella nostra “white list” c’è una sola azienda, mentre altre sei attendono di essere inserite. Le ragioni di tale scarsità sono da ricercarsi nella mancanza di conoscenza dello strumento, nella crisi economica che ha creato un blocco delle iniziative e nella complessità della procedura di iscrizione».
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Bibiana Sudati

