Mario Lodi Artista: chiude la mostra in Sala Alabardieri
“Dipingere non è un diletto, spesso è sforzo, anche se c’è soddisfazione nella ricerca continua del perfezionamento sia rifacendo che reimpostando. Perchè lo faccio: ovviamente non per vanità nè per lucro nè per divertimento. Dipingo per me, scavando dentro all’esperienza, fissando momenti desiderati o vissuti esteticamente o esistenzialmente. È un lavoro di analisi interiore che richiede pace, silenzio, solitudine. È in questo ultimo periodo della mia vita, dopo quella della scuola, un’esperienza significativa che dà senso al mio vivere<+S TONDO>”.
Pace, silenzio, solitudine sono anche le sensazioni che si provano immergendo i sensi nelle piccole opere della mostra di Mario Lodi ben allestita nel Salone degli Alabardieri. E il tratto, le dimensioni, i soggetti che si trasfigurano in appunti del cuore e della mente sembrano tante intense immaginette. Immaginette non è un termine dispregiativo o riduttivo, ma anzi rimanda a una straordinaria tradizione, sospesa tra il popolare e il trascendente: da almeno otto secoli esercitano la funzione di mantenere il credente nella fede, con la loro capacità di mediazione da una parte e di evocazione dall’altra. Soprattutto le monache, nella loro astrazione, redigevano piccole immagini sacre da conservare nei libri di preghiera. Dal Concilio di Trento del 1563 la Chiesa cattolica separa le immagini di devozione e di culto: le prime volte alla venerazione, le seconde alla narrazione. ...
Pace, silenzio, solitudine sono anche le sensazioni che si provano immergendo i sensi nelle piccole opere della mostra di Mario Lodi ben allestita nel Salone degli Alabardieri. E il tratto, le dimensioni, i soggetti che si trasfigurano in appunti del cuore e della mente sembrano tante intense immaginette. Immaginette non è un termine dispregiativo o riduttivo, ma anzi rimanda a una straordinaria tradizione, sospesa tra il popolare e il trascendente: da almeno otto secoli esercitano la funzione di mantenere il credente nella fede, con la loro capacità di mediazione da una parte e di evocazione dall’altra. Soprattutto le monache, nella loro astrazione, redigevano piccole immagini sacre da conservare nei libri di preghiera. Dal Concilio di Trento del 1563 la Chiesa cattolica separa le immagini di devozione e di culto: le prime volte alla venerazione, le seconde alla narrazione. ...
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00:00|May 18, 2023
Eugenio Bettinelli