Intervista ad Alessandro Barbieri, nuovo conservatore del Museo Civico di Crema e del Cremasco
"L'importante è non rimanere fermi, anche facendo piccoli passi”. Lo ribadisce Alessandro Barbieri, nuovo conservatore del Museo Civico di Crema e del Cremasco. Classe 1982, nel 2004 si laurea in Scienze dei Beni culturali all’Università Cattolica di Brescia, la sua città d’origine. Prosegue gli studi di specializzazione presso l’ateneo milanese, dove nel 2015 completa il dottorato con una tesi sulle terrecotte decorative del Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano. Da febbraio 2020 è in servizio presso il polo culturale cremasco.
Dopo la pausa imposta dall’emergenza Covid-19, ci accoglie nuovamente nel cuore del Centro Culturale Sant’Agostino e ci accompagna in un viaggio tra le collezioni che otto anni fa l’hanno portato a Crema.
Dopo la pausa imposta dall’emergenza Covid-19, ci accoglie nuovamente nel cuore del Centro Culturale Sant’Agostino e ci accompagna in un viaggio tra le collezioni che otto anni fa l’hanno portato a Crema.
Lei si è laureato con una tesi in oreficeria e ha concluso il dottorato studiando le terrecotte. Dall’oro alla terra…Com’è capitato?
«E’ stata un’occasione trasformata in passione: durante il dottorato ho svolto uno stage al Castello Sforzesco di Milano, dove mi sono occupato d’inventariare l’immensa collezione di terrecotte lì custodita. Si tratta di più di mille pezzi, che derivano dalle decorazioni dei numerosi palazzi rinascimentali abbattuti nel 1800 per fare spazio ai grandi rettifili milanesi. Fino agli anni Sessanta del secolo scorso furono esposte presso le raccolte civiche, poi messe in deposito perché considerate opere minori....
«E’ stata un’occasione trasformata in passione: durante il dottorato ho svolto uno stage al Castello Sforzesco di Milano, dove mi sono occupato d’inventariare l’immensa collezione di terrecotte lì custodita. Si tratta di più di mille pezzi, che derivano dalle decorazioni dei numerosi palazzi rinascimentali abbattuti nel 1800 per fare spazio ai grandi rettifili milanesi. Fino agli anni Sessanta del secolo scorso furono esposte presso le raccolte civiche, poi messe in deposito perché considerate opere minori....
LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL’EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO A GIOVEDI’ 17 SETTEMBRE, OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT
00:00|September 10, 2020
Lidia Gallanti