A Crema, il nuovo progetto artistico di Stefano Ogliari Badessi (in arte SOB)
Prosegue fino a domenica 6 ottobre negli spazi del Centro culturale Sant’Agostino (Chiostri Sant’Agostino, Sala Pietro da Cemmo e Museo Civico Cremasco) a Crema, “Wonderland”, il nuovo progetto del giovane artista cremasco Stefano Ogliari Badessi (SOB). Curatore della mostra/installazione è Andrea Cattaneo (docente di fotografia dell’International Center of photography di New York) che ha saputo guidarlo in un percorso non solo artistico ma anche introspettivo e personale alla riscoperta del suo “Io” più profondo. Le fantasie di Stefano prendono forma, materializzandosi tra i Chioschi di Sant’Agostino, in una successione di ambienti e installazioni che coinvolgono direttamente l’utente. Abbandonate sulla soglia razionalità e ragione, si arriva a intraprendere un viaggio evocativo di atmosfere.
Stefano, com’è iniziato il suo percorso artistico?
«Ho iniziato dal liceo artistico di Crema, poi ho frequentato l’Accademia di Brera e di seguito, l’Erasmus a Siviglia a livello istituzionale, ma forse il mio percorso è iniziato molto prima quando mio papà e mia mamma mi portavano in giro per musei e mi lasciavano giocare e creare fin da piccolo».
Come nascono le sue prime installazioni gonfiabili? Da dove arriva l’ispirazione che dà origine a queste grandi strutture che interagiscono direttamente con il visitatore?
«Vivevo a Shanghai quando ho iniziato a fare gonfiabili con la plastica e il nastro adesivo. Volevo rivoluzionare il mio stesso concetto di scultura, quindi cambiare materiale e creare qualcosa che pur essendo immensa da gonfia, poi una volta sgonfia diventasse delle dimensioni di una valigia...
Stefano, com’è iniziato il suo percorso artistico?
«Ho iniziato dal liceo artistico di Crema, poi ho frequentato l’Accademia di Brera e di seguito, l’Erasmus a Siviglia a livello istituzionale, ma forse il mio percorso è iniziato molto prima quando mio papà e mia mamma mi portavano in giro per musei e mi lasciavano giocare e creare fin da piccolo».
Come nascono le sue prime installazioni gonfiabili? Da dove arriva l’ispirazione che dà origine a queste grandi strutture che interagiscono direttamente con il visitatore?
«Vivevo a Shanghai quando ho iniziato a fare gonfiabili con la plastica e il nastro adesivo. Volevo rivoluzionare il mio stesso concetto di scultura, quindi cambiare materiale e creare qualcosa che pur essendo immensa da gonfia, poi una volta sgonfia diventasse delle dimensioni di una valigia...
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00:00|October 3, 2019
Ana Vera Teixeira