Tecno 4.0.

Un pieno di energia per il biogas

L'evento - Esperti ed operatori del settore a Cà de’ Somenzi per discutere dei possibili scenari. Il mondo agricolo ha la possibilità di partecipare alla filiera del biometano

Il mondo del biogas si interroga a CremonaFiere sul futuro di lungo termine, alla fine del periodo di incentivazione. L’appuntamento, realizzato grazie alla collaborazione di Agroenergia, si è svolto ieri, giovedì 12 luglio, in quello che a tutti gli effetti è stata un’anticipazione del salone BioEnergy e in diretto collegamento con l’Agrinnovation Summit dedicato all’innovazione smart in agrozootecnia (previsti dal 24 al 27 ottobre nella cornice delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona). L’incontro, peraltro, ha assunto un carattere di particolare interesse anche alla luce delle recentissime indicazioni diffuse dal Gestore dei Servizi Energetici GSE nella procedura applicativa per la qualifica degli impianti di produzione e l’incentivazione del biometano. Importante il parterre di relatori: Andrea Chiabrando, FIPER e Consorzio Monviso Agroenergia, Cristian Curlisi, Consorzio Italiano Biogas, Maurizio Bellandi, TPI/AB Energy, Luigi Mazzocchi, Ricerca sul Sistema Energetico - RSE S.p.A., Piero Mattirolo, Agroenergia, Leonardo Senatori e Mauro Conti, esperti del settore.
La Strategia energetica Nazionale (SEN) ha messo in discussione la competitività dell’elettricità prodotta dalle bioenergie, rispetto a quella prodotta da fonti rinnovabili non programmabili, come l’eolico e il fotovoltaico. Secondo Agroenergia - società dedicata ai servizi punto di riferimento per le energie rinnovabili in agricoltura e alle tecnologie collegate -, questa visione prende in esame solamente i costi per kW prodotto, senza tenere conto degli oneri di sistema, divenuti una voce che pesa sulla bolletta elettrica ben più del puro costo dell’energia.
Inoltre, sempre secondo la stessa società, non tiene conto di altre esternalità positive prodotte dal biogas, frutto della sua superiore integrabilità nell’azienda agricola, dall’utilizzo del digestato in sostituzione dei fertilizzanti fossili, alla possibilità di produrre elettricità in modo flessibile e programmabile, accedendo al mercato per il Servizio diDispacciamento e contribuendo così a migliorare l’efficienza anche di fonti energetiche non programmabili. Senza dimenticare la possibilità di convertire gli impianti di biogaselettrico alla produzione di biometano.
«Parlando di biometano avanzato – spiega Piero Mattirolo, amministratore delegato di Agroenergia –, i recentissimi chiarimenti hanno specificato che una serie di prodotti o sottoprodotti agro-industriali inizialmente in bilico nel decreto, sono invece da considerare come ammissibili. In termini generali possiamo dire che da tale chiarimento arrivano i presupposti perché il mondo agricolo, e non soltanto quello dei rifiuti, possa partecipare alla filiera del biometano». E a proposito della profittabilità della possibile conversione di impianti da biogas a biometano aggiunge: «È vero che la finestra temporale per la conversione è abbastanza stretta, vero è che l’occasione non è alla portata di tutti, ma impianti che abbiano una dieta autorizzata con quote importanti di sottoprodotti, come i reflui zootecnici, non mancano in alcune zone come per esempio proprio quella del Cremonese. Non a caso questo evento si tiene a CremonaFiere. Cremona ha una storia almeno decennale sul biogas, ed è quindi uno dei punti d’eccellenza in Europa quando si parla di biogas: CremonaFiere è situata nella capitale del biogas agricolo e punto di riferimento per tutti, anche per Paesi che non hanno neppure intrapreso questa strada». Mattirolo prova anche a immaginare lo scenario italiano dei prossimi anni: «Sicuramente nasceranno per primi impianti molto grossi a rifiuti nel nord Italia, ma si faranno anche impianti nel sud, sia a rifiuti, sia a sottoprodotti, compatibilmente con opposizioni locali e lentezze organizzative. I presupposti ci sono, soprattutto nel sud, grazie alla sovrabbondanza di Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano rispetto alle capacità di trattamento, e questa continuerà ad esserci a lungo, per la crescita delle percentuali di raccolta differenziata. Inoltre, nel sud vi è un’ampia disponibilità di sottoprodotti agroindustriali, che con il nuovo decreto sarà possibile utilizzare per biometano avanzato».
AdMil è una società dedicata ai servizi per le energie rinnovabili in agricoltura e alle tecnologie collegate, attiva da oltre 30 anni. I servizi, che offre sotto il marchio registrato Agroenergia, comprendono eventi di formazione e diffusione di conoscenze, studi di fattibilità, analisi strategiche. AdMil partecipa anche a progetti di ricerca aventi per oggetto lo sviluppo di nuove tecnologie, al servizio delle agroenergie. Ha la sua sede operativa a Tortona (AL), all’interno del Polo di Innovazione delle Energie Rinnovabili e del Fotovoltaico. Corsi e Seminari di Agroenergia sono sistematicamente organizzati in tutta Italia, con un crescente impegno per lo sviluppo nelle aree del Centro Sud.
00:00|July 12, 2018
Redazione Economia
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