Per ripartire servono interventi risolutori nei trasporti e nella sanità e ristori adeguati

Alla luce della situazione sempre più drammatica per il commercio, si guarda ai saldi invernali come a un’ancora di salvezza, pur fra mille incertezze, per ritrovare quella liquidità che è venuta pesantemente meno in questo terribile 2020. Ne abbiamo parlato con il presidente di Sistema Impresa Lombardia, Berlino Tazza, che collabora attivamente con Regione Lombardia e che esercita anche il ruolo di presidente nazionale. Un punto di vista, il suo, che gli consente di comprendere a fondo la situazione di difficoltà del settore proponendo soluzioni di rilancio in ambito nazionale e locale. «A causa della pandemia il 2020 è stato un anno drammatico per il terziario» - commenta. «Un evento eccezionale che ha avuto ripercussioni negative estremamente gravi e davanti al quale i decisori pubblici, mi riferisco soprattutto al governo nazionale, non hanno saputo elaborare adeguate strategie di tutela e di rilancio. I ristori destinati dal governo alla categoria non sono assolutamente sufficienti e la crisi, anche a causa dell’assenza di risposte, è diventata strutturale».
In questo quadro cosa ci si aspetta dai saldi quest’anno?
«I saldi invernali sono cominciati in una situazione difficile, resa ancora più precaria dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. Le attività commerciali sono state costrette a subire un accesso agli acquisti da parte dei consumatori limitato per via del ridotto potere d’acquisto e dell’impossibilità di spostarsi per lo shopping. I saldi non rappresentano un momento di sviluppo e di crescita: gli esercizi commerciali hanno la necessità di vendere la merce per incassare e produrre margini di liquidità. Almeno c’è la possibilità di far fronte ai costi fissi e, nei casi delle aziende che beneficiano di condizioni migliori, si possono ipotizzare gli eventuali investimenti. Ritengo che l’attuale stagione dei ribassi rappresenti un vero e proprio indicatore per la categoria. Significa stabilire il punto dal quale ripartire. Dobbiamo attendere i dati finali ma nel frattempo bisogna configurare una strategia ad ampio raggio e, soprattutto, bisogna prepararsi ad affrontare anche il contesto più compromesso».
«I saldi invernali sono cominciati in una situazione difficile, resa ancora più precaria dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. Le attività commerciali sono state costrette a subire un accesso agli acquisti da parte dei consumatori limitato per via del ridotto potere d’acquisto e dell’impossibilità di spostarsi per lo shopping. I saldi non rappresentano un momento di sviluppo e di crescita: gli esercizi commerciali hanno la necessità di vendere la merce per incassare e produrre margini di liquidità. Almeno c’è la possibilità di far fronte ai costi fissi e, nei casi delle aziende che beneficiano di condizioni migliori, si possono ipotizzare gli eventuali investimenti. Ritengo che l’attuale stagione dei ribassi rappresenti un vero e proprio indicatore per la categoria. Significa stabilire il punto dal quale ripartire. Dobbiamo attendere i dati finali ma nel frattempo bisogna configurare una strategia ad ampio raggio e, soprattutto, bisogna prepararsi ad affrontare anche il contesto più compromesso».
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00:00|January 14, 2021
Laura Bosio