Intervista a Maria Angela Bartoli, attrice amatoriale cremonese
Per comprendere fino in fondo cosa significhi “Amore per il Teatro” non è necessario consultare libri che parlino di questa nobile arte. E’ sufficiente dialogare con l’attrice cremonese Maria Angela Bartoli.Lasciarsi avvolgere un pomeriggio dalla sua trascinante passione che trasforma inevitabilmente la conversazione in un monologo, in un discorrere a senso unico dove è la sua voce ad assume il ruolo di protagonista. E non importa se ciò avvenga sul palcoscenico o attraverso una semplice intervista telefonica.
Come si definirebbe?, le chiediamo...
«Appartengo alla categoria del teatro amatoriale che significa un impegno professionale pieno pur non essendo professionisti perchè comprende persone che nella vita svolgono altre attività», spiega Maria Angela che poi racconta: «Da Milano, dove facevo l’educatrice in un asilo nido, mi spostavo per una settimana, quattro volte all’anno, presso la Libera Università Europea di Urbisaglia in provincia di Macerata. Una scuola che non esiste più purtroppo, era troppo speciale. Lì, sotto la direzione del maestro Giovanni de Nava, ho appreso i primi rudimenti imparando la tecnica per memorizzare i testi, la gestualità, la dizione e poi il sacrificio, il rigore, la crisi, la messa in discussione. E ancora di più la capacità di ascoltare chi recita accanto a te e il pubblico davanti a te. Arrivando a comprendere se lo stai annoiando, se usa il cellulare, se sbadiglia,se si muove sulla poltrona».
Come si definirebbe?, le chiediamo...
«Appartengo alla categoria del teatro amatoriale che significa un impegno professionale pieno pur non essendo professionisti perchè comprende persone che nella vita svolgono altre attività», spiega Maria Angela che poi racconta: «Da Milano, dove facevo l’educatrice in un asilo nido, mi spostavo per una settimana, quattro volte all’anno, presso la Libera Università Europea di Urbisaglia in provincia di Macerata. Una scuola che non esiste più purtroppo, era troppo speciale. Lì, sotto la direzione del maestro Giovanni de Nava, ho appreso i primi rudimenti imparando la tecnica per memorizzare i testi, la gestualità, la dizione e poi il sacrificio, il rigore, la crisi, la messa in discussione. E ancora di più la capacità di ascoltare chi recita accanto a te e il pubblico davanti a te. Arrivando a comprendere se lo stai annoiando, se usa il cellulare, se sbadiglia,se si muove sulla poltrona».
Altre esperienze?
«Nel 2016 ho frequentato il corso di regia con Paolo Grassi, attraverso il quale ho approfondito il vero significato del “Personaggio” che non è altro che la somma di due identità: quella di Maria Angela Bartoli congiunta a quella dell’attore».
E questo ha ulteriormente arricchito il suo bagaglio artistico e umano?
«Sì, perché sono stata colpita io stessa dalla capacità di emozionarmi e di trasmettere emozioni alla gente. Il teatro unisce qualcuno che fa e qualcun’altro che ascolta. Dove ci esibiamo non c’è solo il fondale, le assi del palcoscenico, le quinte....
«Nel 2016 ho frequentato il corso di regia con Paolo Grassi, attraverso il quale ho approfondito il vero significato del “Personaggio” che non è altro che la somma di due identità: quella di Maria Angela Bartoli congiunta a quella dell’attore».
E questo ha ulteriormente arricchito il suo bagaglio artistico e umano?
«Sì, perché sono stata colpita io stessa dalla capacità di emozionarmi e di trasmettere emozioni alla gente. Il teatro unisce qualcuno che fa e qualcun’altro che ascolta. Dove ci esibiamo non c’è solo il fondale, le assi del palcoscenico, le quinte....
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00:00|April 15, 2021
Rosario Pisani