Le forme del vivere: la seconda tappa di un itinerario cittadino tra i... ricordi
Ci avviciniamo al periodo natalizio, il clamore dei torroni ce lo siamo lasciati alle spalle e le luminarie servono solo a sfumarsi in quella impalpabile foschia che ha sostituito la materna nebbia, a incorniciare cauti sorrisi sul futuro e tanti, tanti ricordi, raccontati dai parenti più bianchi, o letti in qualche sito, o su qualche foglio trovato nel far spazio in casa a nuove scatole. E il sonoro non è quello delle tradizionali canzoni natalizie, ormai logoramente americane, ma l’asino di Santa Lucia sembra portarsi sulla soma la musica e qualche verso di Luciano Ligabue, accento e sentore della bassa: “... Ho messo via un bel po’ di foto / Che prenderanno polvere / Sia su rimorsi che rimpianti / Che rancori e sui perchè / Mi sto facendo un pò di posto / E che mi aspetto chi lo sa / Che posto vuoto ce n’è stato ce n’è ce ne sarà. / Ho messo via un bel pò di cose ...”.
Per avvicinarsi dunque a questo periodo in cui purtroppo anche il buonismo televisivo è sempre meno fatto di storie vere per lasciar spazio a stereotipi commerciali o a camuffate istanze di odiose esclusioni o intolleranze, ripropongo, senza la pretesa di un ordine logico o cronologico, altre piccole storie della Cremona che c’era fino a poco fa, quadretti che per me sono architettura al pari di più blasonati muri. Anzi, forzando un po’ l’argomentazione, dentro ognuno di questi racconti leggo una più o meno inconsapevole progettualità, di comportamenti e di atteggiamenti, tante diverse interpretazioni della città come proprio luogo di vita, composta di tante piccole scenografie che stanno fra l’eleganza zeffirelliana e la moderna drammaticità ronconiana...
Per avvicinarsi dunque a questo periodo in cui purtroppo anche il buonismo televisivo è sempre meno fatto di storie vere per lasciar spazio a stereotipi commerciali o a camuffate istanze di odiose esclusioni o intolleranze, ripropongo, senza la pretesa di un ordine logico o cronologico, altre piccole storie della Cremona che c’era fino a poco fa, quadretti che per me sono architettura al pari di più blasonati muri. Anzi, forzando un po’ l’argomentazione, dentro ognuno di questi racconti leggo una più o meno inconsapevole progettualità, di comportamenti e di atteggiamenti, tante diverse interpretazioni della città come proprio luogo di vita, composta di tante piccole scenografie che stanno fra l’eleganza zeffirelliana e la moderna drammaticità ronconiana...
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00:00|December 19, 2019
Eugenio Bettinelli