"A Viso Aperto": il docufilm firmato da Crespi Cremona tra le città simbolo della lotta alla pandemia
Nonostante le mascherine protettive, nessuno porta una maschera. «Guardate gli occhi», avverte il regista. “A viso aperto” entra dentro la realtà in presa diretta, senza filtri, senza retorica. Paura e determinazione. Fragili e forti. Così umani. “A viso aperto” è il racconto di un’umanità intera che si è trovata a “sbattere” contro il Covid-19, è il racconto di uomini e di donne che nella pandemia hanno continuato a svolgere il proprio compito: in prima linea negli ospedali, ma anche nelle fabbriche, gli imprenditori, gli artigiani, le forze dell’ordine diventate anche volontari, tutti noi cittadini. E’ il racconto di chi di coronavirus si è ammalato «avevo qualche linea di febbre, ma era la fine di febbraio...» e in quel “ma” si nasconde un destino e però è guarito, oppure è una «vittima del Covid» perchè figlia di un uomo che se ne è andato senza il conforto dei familiari vicini «solo un cellulare acceso per tutta la notte, prima che fosse intubato». E poi “addio”. E’ il racconto realistico e, con il cuore in mano, di uomini che nella vita hanno scelto di fare i medici e si chiedono «cos’altro avrebbero potuto fare contro questo nemico invisibile e sconosciuto» che mangiava ossigeno; medici con il groppo in gola e infermiere che e ammettono di aver visto «cose indescrivibili che solo chi ha vissuto può capire»...
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00:00|September 3, 2020
Carla Parmigiani