Anna (Kristen Bell) è depressa, alcolizzata, e sotto psicofarmaci: sta tentando di superare il dolore della perdita di sua figlia Elizabeth, mangiata viva da un serial killer cannibale. La piccola, aveva partecipato con il padre (Michael Ealy), un profiler dell’FBI, alla giornata tipicamente americana del “porta tua figlia al lavoro”. Ma in un momento di distrazione, era stata lasciata da sola nella stessa stanza con l’assassino. Così, dopo tre anni, Anna, che ha divorziato dal marito, sente strani rumori nella sua casa, rompe spesso le casseruole di pollo che prepara, e sviene ubriaca sul divano. Infatti, non appena si sveglia ogni mattina, si versa un bel bicchierone di vino rosso, si mette a guardare fuori dalla finestra, e inizia a ossessionarsi alle vite degli altri. In particolare, a quella del nuovo vicino, Neil (Tom Riley), un vedovo, bellissimo e affascinante, che vive con la figlia. Gli stati di allucinazione di Anna si alternano alla realtà, e la confusione mentale della protagonista si estende al fraintendimento dello spettatore. Tuttavia, ciò che si distingue con chiarezza, è la parodia della trama, dei dialoghi, e della loro messa in scena. La caricatura non viene mai dichiarata in modo esplicito, non si afferma mai una comicità volontaria, ma la miniserie di genere dark comedy thriller, ...

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