Intervista alla stilista Chiara Boni a Cremona per presentare la sua autobiografia
Curiosità, esperienze, aneddoti legati a doppio filo all’àmbito della Moda, contesto nel quale - da molto tempo, ormai - è una figura professionale di spicco. Chiara Boni ha scelto di concedere molto di sé ai lettori e, fra le pagine della sua autobiografia (“Io che nasco immaginaria”, una splendida opera a cura di Daniela Fedi), corre sull’immaginario filo che ancora la connette al Fashion approfondendo un’esistenza contrassegnata - non senza impegno, com’è logico che sia - dal raggiungimento del successo su scala mondiale.
Perché decidere, dopo vari anni, di rivelarsi in un’autobiografia? Qual è il desiderio che l’ha spinta a mettere in atto un progetto tanto importante e tanto ambizioso?
«Forse perché, senza alcuna presunzione, scrivendola ho rivisitato un pezzo di storia italiana: ho rivisto, attraverso gli occhi di oggi, quella ragazza che ero nella seconda metà degli anni Sessanta. Smaniosa di conoscere che cosa ci fosse oltre l’orizzonte che avevo conosciuto fino ad allora, mi sono trasferita per un breve arco di tempo in una città - la Swinging London tanto bene filmata in parecchie pellicole cinematografiche...
«Forse perché, senza alcuna presunzione, scrivendola ho rivisitato un pezzo di storia italiana: ho rivisto, attraverso gli occhi di oggi, quella ragazza che ero nella seconda metà degli anni Sessanta. Smaniosa di conoscere che cosa ci fosse oltre l’orizzonte che avevo conosciuto fino ad allora, mi sono trasferita per un breve arco di tempo in una città - la Swinging London tanto bene filmata in parecchie pellicole cinematografiche...
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00:00|March 6, 2025
Fabio Canesi