Ne era convinto il liutaio Aristide Fontanini. Affermazioni che provocarono un finimondo

Aristide Fontanini è stato un liutaio cremonese degli anni Trenta che, pur avendo realizzato pochi strumenti, ha avuto un momento di grande notorietà nel dopoguerra al punto da fondare nel 1947 una bottega scuola a Salò per la produzione di strumenti con il proprio sistema. Il 21 settembre 1946, in occasione della serata inaugurale della mostra dell’Artigianato, la prima dopo la fine della guerra, al termine del concerto al teatro Ponchielli, diretto dal maestro Ennio Girelli, si presentò sul palco annunciando di aver scoperto il “segreto” di Stradivari. Fu il finimondo e ne nacque una delle più accese polemiche che per mesi tennero banco tra liutai e musicisti, tre lustri prima che Simone Ferdinando Sacconi iniziasse la vera riscoperta dei “segreti” stradivariani. Fontanini, originario di Pizzighettone, non era nuovo alle polemiche. Si diceva, anzi, che lui, da semplice commerciante di cornici antiche, nel 1935 avesse iniziato a costruire violini per puntiglio negli anni in cui cominciava a farsi strada l’idea che per realizzare un tale strumento si dovesse essere depositari di un segreto costruttivo.
CONGRESSO DI LIUTERIA
Dopo essersi trasferito a Roma nel 1920, nel 1937 aveva fatto capolino nella sua città d’origine in occasione del primo congresso internazionale di liuteria, proponendo il suo nuovo sistema, accolto freddamente dagli altri congressisti...
Dopo essersi trasferito a Roma nel 1920, nel 1937 aveva fatto capolino nella sua città d’origine in occasione del primo congresso internazionale di liuteria, proponendo il suo nuovo sistema, accolto freddamente dagli altri congressisti...
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00:00|November 12, 2020
Fabrizio Loffi