Il cammino è solo all’inizio, ma ora un punto fermo dal quale partire c’è. Al netto di maxiemendamenti (uno, presentato a suo tempo dal Centrodestra) e subemendamenti (103 solo quelli firmati Forza Italia), piovuti un po’ da tutte le parti sul progetto di legge per la riforma della Sanità in Lombardia. L’Ospedale Maggiore di Crema, secondo l’ultima versione sostanzialmente accreditata da Lega Nord, Lista Maroni e Nuovo Centrodestra, entrerà a far parte dell’Azienda sociosanitaria territoriale (Asst) di Cremona, perdendo di fatto la propria autonomia che, in buona sostanza, resterebbe in capo alla struttura del capoluogo cittadino. Questo in virtù del fatto che i confini dell’attuale Asl di Cremona entrerebbero a far parte della costituenda Agenzia di tutela della salute della ValPadana, forte di due Asst: quella cremonese (rafforzata dal distretto Asl di Viadana) e quella di Mantova. Fermo restando che, al momento, vige il vincolo della territorialità rispetto alle possibili riorganizzazioni delle strutture sociosanitarie, il destino di Crema non potrà che essere indissolubilmente legato a Cremona...
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Paolo Loda

