«La giustizia riparativa è un percorso previsto e regolato dal decreto legislativo che ha introdotto la riforma Cartabia e che consente alla vittima del reato ed all’autore dell’offesa di incontrarsi, al fine di provare a riparare la frattura creata dall’illecito penale»: così l’avv. Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cremona, formula la definizione corretta di “giustizia riparativa”. L’incontro poi può essere con la vittima oppure con i suoi familiari o ancora con persone appartenenti alla comunità in cui si sia verificato il delitto o cui appartenga la persona offesa, a seconda dei casi. Ma il concetto resta comunque questo.
Avvocato, quali gli esiti dell’auspicata pacificazione?
«Può avere come esito sia aspetti di carattere formale – come le scuse o l’impegno a non commettere reati -, sia di carattere materiale – come il risarcimento del danno o l’elisione degli effetti permanenti o negativi del reato -. Ad esempio, nel caso uno avesse imbrattato il muro, è chiamato a ripulirlo».
Ma il concetto di giustizia riparativa non collide con quello dell’obbligatorietà dell’azione penale?
«Son due cose completamente diverse. La giustizia riparativa può intervenire sempre: prima, durante o dopo il processo, ma è soprattutto dopo che, secondo me, può avere un vero ausilio nel ricomporre la frattura, cioè quando i ruoli sono stati chiariti e quando vi è una certezza circa l’autore del reato. Come conciliare tutto questo con l’obbligatorietà dell’azione penale? Col fatto che il processo si celebra comunque. La giustizia riparativa non estingue il reato, è un percorso parallelo al processo, percorso di cui anzi, a rigore, il processo non dovrebbe sapere nulla, se non agli effetti – e con il consenso delle parti – eventualmente del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche o di un percorso parallelo a quello della messa alla prova».
Il tutto viene gestito e coordinato da un soggetto terzo ovvero dal mediatore in giustizia riparativa: chi è?
«Il mediatore è il perno, su cui si regge tutto il sistema. La legge prevede come debba essere formato, con un preciso tirocinio teorico-pratico. In ogni caso, fondamentalmente è una persona, che dev’essere in grado di trovare il possibile punto d’incontro, per (...)».
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