L’Italia si conferma una delle patrie mondiali della cultura. A ribadirlo sono gli ultimi dati su Erasmus+, il programma dell’Unione europea per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport che ogni anno porta in giro per i Paesi comunitari (e per quelli vicini) migliaia di studenti, docenti e dipendenti delle università.
Il successo del nostro Paese è ancora più evidente se si osservano i numeri sui flussi con le nazioni non comunitarie. Nel 2015/2016 – primo anno del nuovo ciclo - oltre 2500 persone hanno varcato i confini italiani per venire a studiare o a formarsi nei nostri atenei o per andare a farlo in un altro Stato. Di questi, la maggior parte sono studenti: quasi 1700, di cui più 1200 in entrata e poco più di 450 in uscita. Circa 600 sono stati, invece, i professori che si sono spostati (320 in ingresso, 277 in uscita). Attorno a 200 le unità amministrative che hanno soggiornato all’estero o che sono venuti qui da noi.
Sono soprattutto i Paesi che affacciano sul Mediterraneo ad essere stati attratti dalla nostra cultura: più di 300 studenti tra quelli arrivati provenivano da Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia. Seguono i Paesi dell’area balcanica(Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Serbia, Montenegro) e quelli del cosiddetto Partenariato Orientale (Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia, Ucraina) con oltre 200 studenti accolti. Contemporaneamente si sono mossi tra queste tre macro-aree geografiche quasi 150 nostri connazionali. Tra le università che hanno maggior appeal nel resto del mondo spiccano quelle delle grandi città, come “La Sapienza” di Roma (nettamente al primo posto) e la Statale di Milano; a seguire l’Alma Mater di Bologna, l’Università di Padova e il Politecnico di Torino. Mentre l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, assieme a quella di Parma e a quella della Tuscia (ma anche Bologna e il Politecnico di Milano non si piazzano male) sono quelle da cui sono partiti verso l’estero il maggior numero di studenti italiani.
Ma il successo dell’istruzione superiore “Made in Italy” poteva essere ancora maggiore; basti pensare che le domande accolte sono state 2500 ma le candidature sfioravano quota novemila; più di 2 persone su 3 sono rimaste
quindi a bocca asciutta. Per questo motivo, nel prossimo anno accademico, il budget messo a disposizione dell’Italia per Erasmus+ è stato aumentato del 13%; mentre il bacino dei Paesi partner è stato esteso alle aree africana, caraibica e pacifica. In particolare, saranno 52 (degli 89 candidati) gli istituti d’istruzione selezionati per ospitare studenti stranieri; la Commissione europea ha previsto per loro un budget di 13 milioni di euro. Circa duemila i posti disponibili in entrata. Tra le nazioni che avranno più possibilità di mandare i propri cittadini a formarsi in Italia troviamo la Federazione Russa, l’Albania, la Serbia, la Georgia e Israele.
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