se il territorio si propone con un’identità precisa
“Il materiale più resistente in Italia è l’arte”. L’aforisma di Giò Ponti mi pare sintesi perfetta alla riflessione di Massimiliano Panarari su Mondo Padano sul valore della cultura nell’economia della conoscenza. Questi giorni - con le sfide che la recente crisi ha reso più drammatiche - riaffermano prepotentemente l’attualità ed il ruolo pro-attivo dei territori nel superare la dicotomia locale/globale determinando percorsi di sviluppo e connettendosi con le aree vaste del mercato. Ora più che mai la competitività resta legata alla dimensione territoriale, alla capacità di attrarre attori, Organizzazioni ed Istituzioni che sappiano creare elementi distintivi e di unicità di un luogo. Per questo vedo nell’apertura del Museo del Violino, il prossimo 14 settembre, una straordinaria opportunità per Cremona. È bene sottolineare che il Museo nasce da una grande testimonianza d’affetto per la città e con il coinvolgimento diretto di tutti gli attori locali, pubblici e privati, che continueranno ad essere protagonisti delle scelte di indirizzo attraverso il Consiglio di Amministrazione ed il Comitato Scientifico. In percorsi nei quali la conoscenza è fondamentale le attività di planning, soprattutto se di taglio fortemente partecipativo, contribuiscono a creare un ambiente conduttivo di interazioni collaborative. Penso ad esempio alla partecipazione a bandi di cofinanziamento insieme al Distretto culturale della Provincia ed al Comune di Cremona, al confronto sempre positivo con i liutai, alla partnership costante con l’Università di Pavia e il Politecnico di Milano, il Centro di Musicologia “Walter Stauffer” e la Scuola di Liuteria.
Allo stesso tempo attraverso l’esperienza “friends of Stradivari” – network internazionale tra quanti suonano, studiano, custodiscono o amano gli antichi strumenti ad arco cremonesi - ed a efficaci sinergie con le maggiori istituzioni museali mondiali si consolidano quelle reti allungate che divengono catene di valore e coagulazione di nodi geografici intorno alla realtà cremonese. La compresenza e la complementarietà di questi fenomeni devono essere viste come momenti di ricomposizione territoriale e di affermazione identitaria che non possono prescindere da una caratterizzazione musicale e liutaria. Dal 14 settembre al 13 ottobre il Museo del Violino organizza STRADIVARIfestival: un evento culturale forte e consolidato che rappresenta un esempio di collaborazione tra pubblico e privato perché capace di attivare forme di mecenatismo civico e di partnership tali da sopperire alle minori risorse pubbliche disponibili. Il risultato è una programmazione attenta, di alta qualità e pensata per attrarre un vasto pubblico, curata nelle scelte artistico musicali dal teatro Ponchielli: in un mese si offriranno significative e continue opportunità di incontro con la musica, dai concerti al workshop internazionale “Conoscere per Conservare”, in collaborazione con l’Università di Pavia e il Politecnico di Milano, da una mostra dedicata alla liuteria italiana tra XVII e XIX secolo, con l’esposizione degli strumenti della CHIMEI Culture Foundation di Taiwan, a tante altre occasioni di incontro e scoperta. Guardo a STRADIVARIfestival come alla dimostrazione che la collaborazione tra soggetti differenti consente di produrre innovazione e diffusione della conoscenza artistica e musicale, non più patrimonio elitario di pochi, ma beneficio di tutti. Proprio per questo voglio leggere nell’apertura del Museo e nel calendario della rassegna non un punto di arrivo, ma di partenza, capace di trasformare il concorso di esperienze ed entusiasmo che l’accompagna in un volano di crescita e sviluppo.
Virginia Villa
Direttore Fondazione Stradivari
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