dentro la storia
Marta, giunonica e sensuale in un corpo giunto alla settima gravidanza, eppure tradita da un marito assente. Matilde, sposata con quel campione di ordinarietà di Augusto, che pare fatta di gesso tanto è composta e austera. Sono loro le due mogli del titolo, donne che si osservano con un misto di invidia e complicità, figure destinate a sfiorarsi negli ingranaggi imperscrutabili di un destino che spariglia le carte e distrugge il presente in un battito di ciglia. E poi Marina, così fiera del suo nuovo lavoro alla Stazione di Bologna, salvata da una madre ansiosa e spaurita, che sembra fiutare il pericolo di una tragedia imminente. Questo romanzo è una sinfonia di voci femminili, un reticolo di vite che si intersecano sullo sfondo di una delle pagine più atroci e dolorose della storia recente. La strage del 2 agosto 1980 è il cuore pulsante di una narrazione che l’autrice vuole misurata ma non asettica, precisa e mai sopra le righe, una narrazione attenta agli effetti sensoriali e puntualissima nella descrizione di uno scenario desolante e apocalittico, quello che si presentò ai soccorritori nelle ore successive alla deflagrazione dell’ordigno. Quella mattinata agostana, tuttavia, non sputò il suo fardello di morte solo nel cuore della città emiliana, ma si lasciò dietro sogni e destini come ogni altro giorno. Se infatti tra le macerie si alzarono come preghiere le voci dei superstiti - su tutti Marina e Gianna, la primogenita di Marta scampata per caso, - la danza macabra della morte si insinuò nel viavai ciarliero degli italiani in vacanza, portandosi via - tra gli altri - anche la vita senza sbavature di Augusto. In queste pagine in cui sono le donne - madri, figlie, amiche - a salvare, a dare la vita, a tracciare un percorso di fronte allo sbigottimento, la Storia di un paese incontra le vite minori dei suoi abitanti, in un quadro d’insieme che emoziona ma non tocca - e forse non ambisce a raggiungere - le vette dell’alta letteratura. “La vita è fatta così, non puoi cambiare i percorsi”.
DA MONDO PADANO DEL 1 SETTEMBRE
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