è scritta nel dna
È possibile che due bambine si sentano fatalmente legate ancor prima di essersi conosciute, di essersi scambiate le prime parole? È quello che accade a Tracey e alla narratrice di questa storia. Un solo incontro è bastato per scorgere affinità estetiche - lo stesso colore della pelle e le lentiggini localizzate nei medesimi millimetri del viso - in grado di incatenare le loro anime per sempre. Dietro questa innegabile somiglianza si celano però background culturali agli antipodi: Tracey ha graziosi nastrini nelle trecce, vestiti alla moda e una madre che fa - a sua volta - sfoggio di borsette, trucco pesante e altri accessori, ritenuti delle vere e proprie futilità dalla madre della protagonista, orgogliosa di mettere in mostra unicamente la propria intelligenza in quanto dotata di una bellezza che non necessita di fronzoli vari. Tuttavia, la narratrice rimane folgorata dalla personalità magnetica di Tracey e inizia così un’amicizia le cui fondamenta affondano nella passione comune per la danza. Saranno l’imprevedibilità della vita e le inclinazioni individuali a mettere alla prova le due protagoniste, conducendole verso strade diverse ma egualmente tortuose.
“Swing time” è un romanzo di formazione che ha la sfacciata capacità di affrontare tematiche delicate e complesse quali le ingiustizie sociali in una società multietnica, la politica e l’etica che hanno segnato un’intera generazione ponendo interrogativi esistenziali ai quali risulta complicato offrire risposta persino ai giorni nostri. Zadie Smith si conferma, dopo lo straordinario successo ottenuto con “Denti bianchi”, una delle penne più interessanti del panorama letterario contemporaneo.
«Ormai ero arrivata a condividere l’indifferenza della mia amica nei confronti della realtà».
DA MONDO PADANO DEL 28 LUGLIO
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