prima di nascere
Tra interrogativi filosofici e inconsuete riflessioni sull’imprevedibilità della natura umana, un bambino in attesa di venire al mondo assiste al precoce disfacimento della sua famiglia, sperimentando anzitempo la travolgente ondata di emozioni che la vita riserva. Dopo lunghi anni d’amore, i due futuri genitori sono arrivati ai ferri corti, e sono troppo concentrati sulla fine del loro rapporto per rivolgere le dovute attenzioni al nascituro. Se i tentativi di riconquistare la moglie Trudy da parte di John - poeta tanto mediocre quanto ostinato nella sua vocazione - falliranno miseramente, miglior esito avranno quelli del fratello Claude, del quale la giovane donna si è invaghita. Smaniosi di vivere la loro passione, Trudy e Claude faranno tabula rasa di tutti gli ostacoli presenti sul loro cammino, e si troveranno così incagliati negli ingranaggi di un gioco al massacro dagli esiti sconvolgenti, le cui conseguenze sfuggiranno alla loro stessa premeditazione.
L’originalità del nuovo romanzo di Ian McEwan consiste nell’aver affidato la voce narrante ad una creatura non ancora nata, simbolo indiscusso di purezza, che subisce passivamente la contaminazione di una vita ancora da sperimentare, a metafora di una condizione esistenziale in cui è tremendamente difficoltoso mantenere intatta la propria integrità morale, denunciando così la natura precaria della nostra primigenia innocenza.
Spietato, ironico e demistificatorio, questo paradossale racconto dallo stile (volutamente?) ridondante e virtuosistico appare come il velo di Maya dietro al quale si cela l’essenza amara e ambigua della volontà umana. «Saremo sempre angosciati dalla realtà circostante: è il prezzo da pagare per il complicato dono della coscienza».
DA MONDO PADANO DEL 24 MARZO 2017
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