di una vita insieme
Ada - ex professoressa di italiano, ora vittima dell’alcolismo - e Amedeo - vigile urbano in pensione - trascorrono le loro giornate nell’inerzia autodistruttiva di chi ha perso la luce nello sguardo, guardando come dall’esterno l’inabissarsi della propria relazione coniugale, che sembra lanciata in una folle corsa nel vuoto. Sospeso tra inettitudine e rassegnazione, Amedeo diventa complice dell’autolesionismo della moglie, al punto di trasformare l’acquisto delle bottiglie di vino in una routine indiscussa perché ritenuta inevitabile. In una quotidianità fatta di apatia e rassegnazione, i due coniugi divengono protagonisti di un progressivo allontanamento, che - se conduce Ada ad un rigetto del mondo esterno - vede Amedeo protagonista di un’estraniazione dal reale che si concretizza in una serie di rocambolesche evasioni fantastiche. Ada e Amedeo, tuttavia, non sono sempre stati così: si amavano e condividevano lo stesso sogno, quello di costruire un’esistenza felice, assaporando le gioie dell’essere genitori. Quale variabile impazzita è riuscita a stravolgere gli equilibri di una famiglia che aveva tutti i numeri per vivere serenamente?
“Ogni spazio felice” è un’istantanea della vita nella sua imprevedibilità e interezza, raccontata con realismo maturo e consapevole e con l’umiltà di chi ha lasciato che fossero i suoi personaggi gli unici giudici di sé stessi.
Alberto Schiavone fa luce sulla natura effimera della felicità che, al pari di un castello di cristallo, è pronta a sbriciolarsi facendosi beffe di tutte le energie spese per costruirla e alimentarla ogni giorno. Questa lettura sembra suggerire l’importanza di aggrapparsi alla propria forza d’animo, riservandoci la possibilità di non bastare a noi stessi e - dunque - di ricorrere all’altro come fonte di salvezza. Ma queste sono soltanto parole; la vita, si sa, è di gran lunga più complicata. “Qui non c’è un giorno. Non c’è stata una prima volta. Si inciampa pian piano”.
DA MONDO PADANO DEL 17 MARZO 2017
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