questi portatori d’amore»
nei laboratori della Fondazione di Sospiro
E' difficile riportare la quantità di emozioni, di sensazioni anche contraddittorie, di slanci e ritrosie, di confidenze e timidezze che hanno caratterizzato l’incontro con Paola Pontiggia presso i laboratori della Fondazione Sospiro in un pomeriggio di questa strana estate. Credo che invece di riportare, interpretare, commentare sia più efficace fare un passo indietro e riprodurre brani della nostra conversazione, crudi e disordinati nella loro immediatezza: proprio l’assenza di mediazioni e di intenzioni dovrebbe farli arrivare dove devono nella nostra mente.
Eppure l’intenzione era di scrivere un breve ritratto di Paola Pontiggia. E i primi appunti sono scarni, trancianti, considerazioni e frasi rubate: la persona speciale è l’eccellenza della normalità; è un’artista; l’arte, il suo lavoro è il sogno della sua vita; è maestra d’asilo; ha fatto esperienza di restauro di terrecotte; ha conosciuto Giuseppe Spadari; ha frequentato i corsi con i collaboratori di Bruno Munari (e sul tavolo ha il cofanetto dei VHS dei corsi, un patrimonio storico prezioso) e di lui dice «mi ha insegnato a pensare in modo creativo (non solo dal punto di vista artistico)»; prende il diploma in arteterapia, anche se non condivide tutti gli aspetti di questo atteggiamento; un’artista della umanità; la narrazione dello stupore come regola di vita.
Quelli che seguono sono frammenti di una storia, raccontata da chi ha profonda cultura ma semplicemente la usa, da chi ha nell’umiltà uno stile di vita ma soprattutto un raffinato modo di comunicare, da chi è artista ma si esprime al servizio del talento altrui. Una storia che è anche una diversa frontiera disciplinare del design: con il ruolo nuovo di un progetto che è straordinaria mediazione, capacità di trasformare le forme dell’arte in prodotto, riproducibile e materializzabile con la stessa intensità espressiva. La persona che abbiamo di fronte è questa, è il suo sguardo per le opere dei suoi ragazzi che ci dice quanto siano soprattutto sue e come potrebbero essere anche nostre.
Chi è Paola Pontiggia, qual è la sua storia?
«... Ricordo perfettamente il punto da cui sono partita, ho lavorato nelle case di riposo, per diversi anni, ho collaborato con il Comune di Cremona per gli asili nido, e le scuole per l’infanzia e coordinavo tutto il lavoro delle scuole, e avevo organizzato “Cremona dei bambini”, tutte le Cremone dei bambini me le sono beccate, fantastiche...
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