si ritrovano in fuga
“Dall’oblio più lontano”, come suggerisce il titolo stesso, è un viaggio nella memoria: il protagonista rievoca gli anni Sessanta trascorsi in una Parigi sfuggente e in questi ricordi emergono due figure tanto ambigue quanto misteriose che incrociarono il suo cammino, la bellissima Jacqueline e Gérard Van Bever, accanito frequentatore di casinò, entrambi alla ricerca disperata di denaro per coronare il sogno di trasferirsi a Maiorca e vivere finalmente una vita felice. Queste tre anime sono unite da una sottile ombra che rende torbido il loro passato e inafferrabile la loro identità, immerse unicamente nel presente, possono essere soppesate per le sole azioni che compiono.
Tra furti, soggiorni londinesi, nuove amicizie e dolorose separazioni, Patrick Modiano tratteggia una storia in cui la fuga assume un ruolo centrale e riflette la difficoltà di affrontarsi e di conoscersi, di scendere a patti con se stessi, di accettare il compromesso tra realtà e desidero.
Un racconto che in prima istanza potrebbe apparire un po’ inconsistente - e decisamente distante dal gusto comune - per la trama narrata, rivela invece una ricchezza tematica da non sottovalutare: dalla riflessione sull’insicurezza alla ricerca di una propria identità, passando per l’interiorizzazione del cambiamento inteso come parte integrante della propria personalità: «sarei diventato qualcun altro e la metamorfosi sarebbe stata così profonda che nessuna delle persone incrociate nel corso di quei quindici anni mi avrebbe più riconosciuto».
Incontriamo anche il timore e l’angoscia di rimanere soli, la paura dell’abbandono che altro non è che il bisogno dell’altro nella nostra esistenza. Se “Dall’oblio più lontano” affascina per intensità onirica, sbalordisce poi per il riscontro effettivo che ne troviamo nella realtà. Questo ultimo libro dello scrittore francese, Premio Nobel per la Letteratura nel 2014, merita senza dubbio un’opportunità.
DA MONDO PADANO DEL 3 NOVEMBRE 2017
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