come allo specchio
Il dolore di un passato segnato dalla miseria, il desiderio istintivo di comprendere ed essere compresi, l’insopprimibile speranza di un futuro migliore, di un orizzonte di possibilità in grado di lenire le ferite che i ricordi si portano appresso. Si potrebbe riassumere così la costellazione di temi contenuti nell’ultimo romanzo di Elizabeth Strout, pluripremiata autrice americana che ha fatto dell’empatia e della nettezza stilistica i punti di forza di una narrativa fortemente incentrata sulle emozioni umane. Pensato come prosieguo di “Mi chiamo Lucy Barton” e ad esso collegato da numerosi rimandi interni, “Tutto è possibile” è una sinfonia di voci in cui ogni dettaglio ha una storia da raccontare. A tenere insieme queste traiettorie esistenziali è Lucy Barton, ragazzina poverissima e piagata da un’atroce vicenda famigliare ed ora affermata scrittrice lontana anni luce dalle pianure desolate dell’Illinois. Quello che porta Lucy da New York al paese natale per la promozione del suo nuovo libro, lungi dall’essere un semplice viaggio di lavoro, diventa l’occasione per fare i conti con un passato che riversa ancora il suo fardello sul presente. L’incontro con i fratelli, così come l’accoglienza riservata al romanzo dai concittadini, divengono nel disegno di Strout altrettante occasioni per declinare le ragioni della mente e del cuore di ognuno, attraverso una curiosità e una sensibilità autentiche perché aliene da morbosità. In queste pagine cariche di intelligenza e di sincera ammirazione per le potenzialità che ciascuno di noi racchiude con il suo stesso essere al mondo, si avvicendano temi di stringente impatto sociale ed emotivo. Dalle conseguenze della guerra sulla psiche dei reduci alle nevrosi legate al sesso (inteso nella sua accezione più lontana dall’amore), dalla miseria materiale alla mediocrità d’animo, questo romanzo è uno specchio in cui è impossibile non vedere riflessa la nostra immagine attraversata da luci e ombre. «Era quella la sola guaina capace di proteggerti dal mondo: amare un’altra persona di cui si condivide la vita».
DA MONDO PADANO DEL 27 OTTOBRE 2017
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