ampliamento di 5.000 metri quadrati
Produzione e fatturato in crescita
Un percorso a tappe costruito passo dopo passo dal 18 dicembre 2008, quando Ocrim sembrava ormai spacciata. Con determinazione la proprietà ha portato avanti il progetto di rilancio di un’azienda che – fa sapere l’amministratore delegato Alberto Antolini - è stata rivisitata da cima a fondo, sia in ambito di risorse umane, sia per la riorganizzazione del modo di lavorare, puntando con determinazione sull’italianità del prodotto». Un deciso cambiamento ha investito anche la parte produttiva a tal punto che oggi, rispetto al passato, tutto quello che è progettato in azienda è anche fabbricato in azienda. Ocrim ha messo in campo un piano di investimenti per industrializzare il prodotto. «Il fatto è che – prosegue Antolini – dobbiamo competere non solo con chi opera nella fascia alta del mercato, come la svizzera Buhler, ma anche con aziende turche e cinesi che realizzano prodotti in una fascia più economica. E anche se la nostra volontà è quella di continuare a presidiare la fascia alta del mercato con l’obiettivo di diventare il numero uno al mondo, l’esigenza di contenere il più possibile i costi resta imprescindibile». Un obiettivo ambizioso che si può ottenere solo con l’industrializzazione e l’innovazione. Una produzione in crescita quella di Ocrim che si appresta a potenziare il sito al porto canale anche sulla scia di un portafoglio ordini in impennata. Risultati di grande importanza frutto dell’impegno profuso dalla famiglia Antolini che ha creduto nelle potenzialità di questa azienda e che ha permesso di riaffermare e consolidare il marchio in giro per il mondo. Uno dei traguardi più lusinghieri raggiunti nel 2012 è stato il triplice contratto acquisito in Arabia Saudita dove, sbaragliando la concorrenza, Ocrim realizzerà tre nuovi impianti molitori con la formula del “chiavi in mano”. «Un grande risultato che ci permetterà di lavorare in tranquillità nel medio-lungo periodo – osserva Antolini». Effettivamente, dopo le preoccupazioni degli anni scorsi l’azienda sembra ormai uscita dalla burrasca per approdare ad una situazione di serenità. D’altra parte il risultato ottenuto in Arabia Saudita è stato importante anche a livello psicologico grazie ad una produzione saturata per tutto il 2013 e parte del 2014 che permetterà di pianificare le future strategie con più tranquillità. In un contesto economico italiano così difficile e con un mercato europeo sostanzialmente statico, con l’eccezione dei Paesi dell’Est, Ocrim si è guardata altrove arrivando ad ottenere importanti commesse in Nord Africa, Sud America, India, Indonesia, Filippine, Russia, Usa e Brasile. Un trend che ha spinto l’azienda ad investire sul potenziamento del sito produttivo lungo il canale navigabile dove sono già stati messi sul piatto 2 milioni di euro di investimenti per nuovi macchinari e l’ampliamento dell’area coperta per altri 5mila metri quadrati (+30%) da completarsi entro l’anno. Di pari passo con la crescita della produzione si è registrato anche un aumento del fatturato che nel 2012 è arrivato a 70 milioni di euro mentre nel 2013 si punta ad 85 milioni. Oggi Ocrim è una realtà che dà lavoro a circa 220 persone a Cremona e ad un numero analogo nei diversi cantieri sparsi nel mondo. Fra questi l’amministratore delegato di Ocrim va particolarmente orgoglioso di quelli aperti la scorsa estate a Bengasi (unica azienda italiana oggi con un cantiere aperto) e a Tripoli «dove mancavamo da alcuni anni». Ocrim, che già oggi presidia i più importanti mercati mondiali, vuole consolidare la propria presenza in paesi considerati strategici come Africa, India e Brasile «dove siamo tornati dopo 10 anni». La storica azienda molitoria cremonese - tiene a precisare Antolini – è già oggi leader mondiale per l’altissimo livello tecnologico dei propri prodotti, un patrimonio di straordinario valore che trae origine dall’eccellenza delle risorse umane impiegate, dalla realizzazione del processo produttivo e del prodotto. «Il valore aggiunto risiede anche nel fatto che, all’interno di Ocrim, c’è l’intero processo che porta alla realizzazione dell’impianto molitorio (reparti tecnologici, ufficio tecnici impiantistici, ingegnerizzazione). L’investimento nelle risorse umane rappresenta uno dei punti di forza di questa azienda che, per il reclutamento del personale, ha stretto collaborazioni con le scuole tecniche cremonesi come Itis e Apc e, per la ricerca e lo sviluppo, con la facoltà di ingegneria alimentare di Parma (tre progetti attivi) e l’università di Padova.
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