Declinazioni della Sindrome di Stendhal:
uno stupore da restare senza parole
Quella volta che... sono rimasto senza parole. Tachicardia, capogiro e vertigini. Sono alcuni dei sintomi della sindrome di Stendhal: una curiosa reazione psicosomatica che si scatena davanti a opere d’arte di estrema bellezza. Gli studi della psichiatra fiorentina Graziella Magherini hanno dimostrato che questa insolita malattia colpisce soprattutto gli europei, più sensibili al fascino dell’arte. Ma a quanto pare, gli italiani ne sono quasi immuni. Abbiamo chiesto qualche spiegazione a Flavio Caroli, classe 1945, critico e storico dell’arte. Nella sua carriera ha pubblicato oltre trenta volumi. Ha insegnato a Salerno e a Firenze. Dal 1995 è professore ordinario di storia dell’arte moderna al Politecnico di Milano.
Professor Caroli, le è mai capitato di venire a contatto con questa sindrome?
Sì, mi è successo quando ero poco più che ragazzo, insieme con mia moglie, durante uno dei nostri numerosi viaggi d’arte in giro per l’Europa. Visitavamo tantissimi musei, riuscivamo a vedere dai 10 mila ai 15 mila quadri al mese. E una volta, mentre stavamo raggiungendo Parigi dopo alcune giornate intensissime in Germania e in Olanda, a mia moglie è venuta la febbre per le troppe emozioni.
Qual è l’opera che la emoziona di più?
Davvero difficile a dirsi. Se dovessi scegliere un quadro che mi emoziona particolarmente, probabilmente indicherei “I tre filosofi” di Giorgione, per la sublimità del colore e delle luci. O in alternativa “L’annunciazione di Recanati” di Lotto. Sono opere che sanno regalare ciò che manca alla nostra condizione: la sublimità.
Perché, secondo lei, gli italiani sono meno colpiti dalla sindrome di Stendhal?
Perché siamo mitridatizzati. Mitridate fu re del Ponto dal 111 a.C.: era solito assumere delle piccole quantità di veleno, per abituare il proprio organismo a tollerarlo e scansare così il pericolo di essere avvelenato dai nemici. Ecco, noi italiani siamo così: ogni mattina, uscendo di casa prendiamo la nostra porzione di “veleno”, in questo caso di arte, muovendoci tra le meraviglie architettoniche che ci circondano.
I NOSTRI INTERVISTATI – Nadia Taraschi, titolare della profumeria Cipria a Piadena: «Se penso a profumi intensi, capaci di arrivare direttamente all’anima facendola sobbalzare, l’associazione immediata è con le fragranze Nasomatto. Sono vere e proprie provocazioni olfattive che rimandano a sensazioni forti, sensuali, coinvolgenti».
Mario Marubbi, docente storia dell’arte: «“La Sepoltura del Conte di Orgaz”, dipinta da El Greco e conservata a Toledo, è un’opera di dimensioni e forza straordinarie, dedicata alla sepoltura di un importante personaggio spagnolo. L’avevo conosciuta durante gli studi, vederla dal vivo è stata una rivelazione».
Gabriele Duranti, studente e pianista cremasco: «Il Concerto 3 di Rachmaninov mi lascia senza parole. E’ una melodia stupenda, sentita per la prima volta nel film Shine, mi ha colpito per la difficoltà tecnica e la musicalità, in alcuni punti mette i brividi... Ci vorrà tempo per suonarla alla perfezione!».
Michele Barezzi, chef cremonese: «Il cibo più buono della mia vita l’ho assaggiato in una notte stellata, nel bel mezzo della campagna marocchina. Davanti a una tenda, dopo un rituale della tradizione del posto, ci è stato servito un cuscus con carne di montone. Un’esperienza incredibile».
Sara Tavecchio, triathleta, Cremona: «Mi è capitato tante volte di rimanere a bocca aperta al termine di una gara per l’atmosfera, per la cornice, ma lo stupore maggiore è stato quello di riuscire a fare ancora vita da sportiva anche dopo la nascita dei miei due figli. Molti tendono a vedere una gravidanza come la fine di una carriera sportiva, ma non è vero, anzi, ora sono anche migliorata: i miei bimbi li porto a tutte le gare e ho scoperto di essere molto più forte di prima».
Maura Tonghini, Fotografa cremonese: «Amo gli scatti che ritraggono gli istanti di vita delle persone. Mi emoziono davanti ai loro particolari. In queste foto, anche quando testimoniano realtà difficili, si respirano amore, voglia di vivere e di combattere, di reagire e di affrontare il destino».
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