con "Il jazz dopo la campanella"
Cremona scopre un'anima swing
«Non è qualcosa che sembra jazz. Ragazzi, questo è vero jazz». Ed entra nelle scuole.
E’ Roberto Arese, vice presidente dell’associazione Arch Top Jazz Guitar, a presentare la prima tappa del progetto “Il jazz dopo campanella”. «L’Auditorium “Arvedi - spiega Carmelo Tartamella, un attimo prima di imbracciare la chitarra nell’aula magna del Liceo Classico Manin – ospiterà tra aprile e maggio CremonaJazz, un festival con ospiti internazionali. Prima di arrivare al grande evento abbiamo voluto coinvolgere i giovani, far conoscere ai ragazzi la cultura jazz».
In aula sono una settantina. «Se mi chiedi che cos’è il jazz significa che non potrai mai capirlo». Arese li accoglie con una citazione di Louis Armstrong: «Per questo – continua – non siamo qui per spiegarvi il jazz. Siamo qui per farvelo sentire».
Carmelo Tartamella, mente artistica del festival, alla chitarra, Giovanni Guerretti all’organo Hammond, Emilio Zilioli alla batteria. «E il jazz cantato – spiega Arese – è più fruibile». Così la voce soul di Jessica Weld, giovane interprete non molto distante dall’età anagrafica del pubblico.
Si comincia con un prologo storico: New Orleans, gli immigrati italiani che portano la tradizione delle bande e contaminano l’anima blues degli Stati Uniti del Sud. I ragazzi si scambiano ancora qualche occhiata, qualcuno chiacchiera. In pochi attimi però la “lezione” finisce e le dita dei professionisti iniziano a correre sui tasti, le bacchette a dettare il tempo swing.
«Qualcuno suona uno strumento...» poche mani alzate. Un ragazzo in prima fila dice di suonare rock alternativo e progressive, musica moderna. «Nello swing e nel jazz c’è la base della miglior musica moderna». Le citazioni colgono nel segno: Micheal Bublé, Vasco, Cesare Cremonini, Lady Gaga. Un accenno in chiave swing Smoke on the water dei Deep Purple non sfugge ai ragazzi che con il passare dei minuti si lasciano sempre più coinvolgere.Così la voce di Jessica riempie l’aula e l’interpretazione di L-O-V-E, grande classico swing di Nat King Cole li trascina direttamente sulla scena. La recente cover di Joss Stone è una hit dei loro tempi. Tre ragazze sono pizzicate a cantare. Un attimo dopo sono davanti al microfono per un’improvvisata live. Niente male. I compagni rimasti seduti accompagnano battendo le mani. Il ragazzo dell’alternative rock ondeggia la testa a tempo di swing.
«CremonaJazz sarà un evento mondiale, di grande impatto per la città» spiega il vice presidente dell’associazione Arch Top. Una scossa da cogliere per raccogliere la grande idea di una nuova scuola jazz nella città che fu di Nino Donzelli. Partendo – e da dove se no? - dalle scuole. Il tour di “Il jazz dopo la campanella” porterà ensemble di professionisti nelle aule di tutte le scuole cremonesi (il 3 marzo al liceo Anguissola, il 10 all’Itis Torriani): «Qualche insegnante addirittura ci ha chiesto di inserire stabilmente un percorso come questo nel piano formativo nei programmi scolastici, l’Aselli invece ha prenotato due date. E poi andremo a Crema, al Pacioli e al Racchetti».
«Il jazz sembra difficile, qualcosa di concettuale – avverte gli studenti Tartamella – ma...». Ma un assolo di batteria strappa la standing ovation. Altro che ora buca.
Qualcuno dei ragazzi starà forse già pensando come procurarsi una giacca da infilare, sopra i jeans strappati, per una serata in Auditorium. Serata jazz. La cravatta non serve.
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