Don Barbaglio: «Inevitabile, in origine era così»
chi non è d'accordo e propone una terza via
Se non si troverà spazio sufficiente, l’Annunciazione della Vergine verrà divisa di nuovo. Pare non vi siano alternative alla soluzione ipotizzata dalla Commissione responsabile del restauro, che recentemente si è confrontata con la Soprintendenza milanese. «A causa delle dimensioni l’opera non può essere collocata in nessuna chiesa della Diocesi», afferma don Vito Barbaglio, presidente della Commissione Lavori. L’idea di rimuovere il dipinto del Civerchio dalla Cattedrale non convince gli addetti ai lavori, che optano per ripristinare il formato originario dell’opera. «Inizialmente copriva le ante dell’antico organo - aggiunge il sacerdote - basterà dividere nuovamente le due parti e appenderle separatamente».
La scelta, manco a dirlo, spacca l’opinione pubblica. Primo fra tutti don Emilio Lingiardi, parroco del Duomo: «Tagliarlo in due mi sembra la soluzione peggiore, ma se è l’unico modo per mantenerlo nella Cattedrale ce ne faremo una ragione, l’ultima parola spetterà agli ispettori del Ministero». Stessa posizione per il presidente della Società Storica Cremasca, Matteo Facchi: «Non mi sembra una grande idea, si tratta di un capolavoro prezioso riassemblato nell’Ottocento, è un’operazione già consolidata nel tempo». Facchi avanza quindi una terza via: appendere il dipinto integro nell’arcata a sinistra o a destra del presbiterio, nella posizione originaria.
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