Il Novara fa festa allo Zini
La Cremo non riparte. Anzi, resta proprio a piedi e con l'umore in tempesta di chi frequenta i peggiori bar di Caracas. Uscire dal campo senza lo straccio di un punto, dopo averci messo la faccia davanti al Novara, brucia e conferma come il tira e molla esistenziale sul chi siamo, cosa vogliamo, alla fine della fiera non sia ancora stato risolto. Bella ma inconcludente, la squadra di Giampaolo si autoinfligge così un lento declino.
Eppure, a leggerli fra le righe, i novanta minuti dello Zini dicono che i grigiorossi non sono di rango inferiore ai piemontesi. Semplicemente, sono un'altra cosa; forse per mentalità inadeguata ai canoni della Lega Pro. La ricerca continua del gioco, l'ortodossa osservanza dell'equilibrio tattico, la pretesa di voler mantenere in vita ogni pallone, anche quello che andrebbe sparato in Foro Boario per direttissima sono nello stesso istante essenza del patrimonio genetico della Cremo e anomalia in una categoria dove fortune e sfortune ruotano attorno al cinismo.
La differenza fra grigiorossi e azzurri sta tutta qui. Nel cinismo che sconfina dentro l'opportunismo. La dimensione del Novara passa attraverso la coesione. È' una squadra ruvida, compatta, francescana. Lo spartito prevede poche eccezioni: la qualità offensiva di Corazza – il mattatore dell'incontro – il dinamismo di Pesce e la personalità fra i pali di Tozzo. Attorno a loro si muovono una difesa lenta ma non d'argilla, guidata da Gavazzi e un centrocampo ben assortito fra gente di concetto (Buzzegoli, comunque rimasto dietro le quinte della sfida) e infaticabili corridori (Dickmann su tutti). Il “vecchio” Evacuo, là davanti il suo lo fa ancora, anche se al tirar delle somme non la vede mai.
La Cremo invece va controcorrente. Adesso che Castellini e Briganti hanno colmato la lacuna al centro della difesa e buchi da rammendare non si trovano, l'ordine di scuderia è fare calcio sfruttando pressing, velocità delle ali e il piede educato delle mezzali.
Jadid e compagni mordono subito le caviglie agli avversari, costringendoli a mantenere basso il baricentro. Nel primo quarto d'ora due cambi di versante di Finazzi per Kirilov procurano vuoti di memoria a Martinelli e Dickmann e se il bulgaro non si presenta davanti a Tozzo è perché un guardalinee piuttosto solerte lo ferma ricorrendo all'alibi del fuorigioco. Il lavoro di Palermo e Jadid sulla mediana è dispendioso quanto indispensabile. E quando anche Marchi e Favalli (molto imprecisi), riescono a proporsi in avanti, il Novara rischia il default tanto che Pesce e Faragò si sentono in dovere di chiedere lumi a Napoli, vice dello squalificato Toscano.
La grande pressione però si risolve in nulla. Questo incoraggia i piemontesi che proseguono nella gestione oculata delle risorse e provano ad intimidire senza intimorire la difesa grigiorossa. Al 35' arriva il gol che sposta l'asse della partita. Il gesto tecnico di Corazza è un concentrato di classe, potenza e audacia. Al quale la fortuna dà una mano sotto forma di rimpallo vinto al limite dell'area. Ma la rete, un gran destro che sbatte sotto la traversa per ricadere oltre la linea bianca, è farina del suo sacco. La velocità dell'attaccante diventa un problema nell'ultimo scampolo del primo tempo e in apertura di ripresa quando, con Dickmann, cerca di infilarsi nelle incertezze grigiorosse.
Nell'ultima mezz'ora i grigiorossi prendono dimora stabile nella trequarti avversaria senza sfondare. Brighenti, che si era già visto respingere da Tozzo il tiro del possibile pareggio, offre le proprie sponde ai compagni, ma la vena creativa di Kirilov resta intrappolata nei raddoppi di marcatura predisposti su di lui e la prova di Di Francesco, non in perfette condizioni fisiche, è impalpabile. Giampaolo cerca di cambiare sorte all'incontro puntando sulla fisicità di Manaj. Ma anche stavolta il giovane attaccante non trova il modo di andare alla conclusione. Con l'ingresso di Miglietta e Garofalo, il Novara prenota la vittoria. La loro esperienza, infatti, consente ai piemontesi di abbassare ulteriormente i ritmi, disinnescando potenziali pericoli. Che arrivano solo dalla media distanza con le conclusioni di Jadid. Tozzo non si lascia sorprendere, come fa sull'altro versante Galli drenando i tiri di Corazza. Alla Cremo resta la consapevolezza di essere uscita dal confronto con una big a testa, ma senza punti. È questo sta diventando un problema.
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