Castellini e Serafini si ritrovano da avversari
e ricordano la loro gioventù grigiorossa
Ci sono amicizie che hanno radici tanto profonde che non c’è bisogno di sentirsi ogni giorno al telefono. C’è un tratto di strada percorso insieme, quello rimane, e quando ci si incontra, un giorno, non c’è nemmeno bisogno di rievocare. Basta uno sguardo intorno: i colori, l’erba, lo Zini. Il gioco. «E’ così - si stringe nelle spalle Paolo Castellini, ex e neo grigiorosso insieme - quando inizia la partita la testa resta lì, ci si mena pure». Sorride. Poi aggiunge: «Perché ogni partita va vissuta fino in fondo. Devi giocarla adesso e non potrai più rigiocarla».
E’ così che si costruisce una carriera, mettendo tutti se stessi in ogni singola partita, su ogni pallone. Una volta era più difficile, forse. Da giovane ci sono i sogni che spingono a guardare un po’ più in là. E poi, magari, va a finire che il tempo ritorna. Come Paolo in grigiorosso, quattordici anni dopo... [...]
Sono passati tanti anni (tredici per la precisione) e non è nemmeno la prima volta che Serafini torna da ex allo Zini, l’emozione però è sempre particolare. Matteo aveva 8 anni quando gli osservatori grigiorossi che battevano la bassa bresciana lo hanno notato. Sedici anni sulla rotta Calvisano-Cremona non si dimenticano: «In grigiorosso - sorride al ricordo l’attaccante della Pro Patria - mi sono formato come calciatore e come uomo. Ho incontrato persone competenti e genuine che mi sono state vicine in un momento molto delicato della mia adolescenza, quando ho perso mia mamma. La Cremo in quegli anni per me è stata un riferimento sicuro».
Conosce la strada Serafini, che in questi tredici anni ha viaggiato su e giù per lo stivale: Toscana, Sicilia, Veneto, Emilia e poi, dal 2009, di nuovo in Lombardia con la Pro Patria. «Ma conosco a memoria tutti i nomi dei campi di Cremona e della provincia - sorride - Ho giocato su quasi tutti». [...]
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