Anche se la classifica ormai conta poco
le sconfitte fanno riemrgere le solite debolezze
La trama della stagione grigiorossa rischia di ingarbugliarsi. Dopo il cambio di allenatore, con Dionigi subentrato a Torrente, e i playoff acquisiti ora anche formalmente, si è respirata per un mese la sensazione di un nuovo inizio, di una sorta campionato nel campionato in cui la Cremo avrebbe trovato la serenità per riscrivere il finale. I due successi casalinghi di fila (mai visti prima) contro San Marino e Pavia, l'exploit improvviso di Francoise, il gol baciato dalla sorte di Giorgi al 94'...
La voglia di novità prendeva il sopravvento, mentre, con la leggerezza dei successi, le partite di campionato andavano perdendo contenuto. Senza nemmeno il vantaggio della classifica finale, i playoff hanno catalizzato - giustamente - il programma di lavoro in via Postumia.
Tutto giusto, tutto logico, sulla carta. Non sul campo, però. Lì anche i passaggi simbolici contano. Lo sarebbe stato il pareggio, lo sarebbe stata - forse - persino la vittoria a Carrara. E invece stavolta l'episodio ha detto contro ed è arrivata la sconfitta. Che di simbolico, alla fine, ha ben poco.
Così come il gol di Giorgi contro il Pavia aveva dato una mano di bianco su una prestazione piena di zone d'ombra, l'autogol di Galli getta fumo sui segnali di crescita osservati da Dionigi. Il cui compito oggi è più duro. Non tanto sul piano tecnico, fisico o matematico. Il fatto è che al 94' quello sghignazzo del destino tra palo, schiena e porta, gli ha tolto di mano il jolly della novità.
Le facce scure dei suoi giocatori, dopo la sconfitta, la doccia, il confronto con la tifoseria e il dietro-front a capo chino, non erano quelle di chi ha perso una partita che in fondo non serviva. Erano i volti di una delusione più profonda, della fatica, della ricaduta.
E' vero, il ko di Carrara non toglie nulla alle chance grigiorosse di arrivare alla promozione, ma dimostra che una squadra senza certezze ha bisogno del conforto delle vittorie per non lasciarsi schiacciare dal peso delle sue fragilità. Per questo quei punti sarebbero serviti: non certo per alimentare velleità di un primato che non appartiene alla stagione lunatica dei grigiorossi (7 sconfitte sono troppe). Ma per credere un po' di più in sé stessi, quello sì, per guadagnare un tozzo di fiducia dal pubblico, per correre con più profitto in settimana. Questi sono i vantaggi da guadagnare in vista dei playoff. Restano tre partite e andrebbero giocate come se fossero i playoff, per vedere che effetto fa. Perché dall'11 maggio non ci saranno più simboli, non più sensazioni, segnali da cogliere, programmi da rispettare, difetti da correggere o potenzialità da far emergere...
O si vince o si perde. Meglio che la Cremo si abitui all'idea, prima del giorno in cui si troverà faccia a faccia con l'obiettivo. Senza corsie di emergenza.
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