Il portiere della Cremo respinge la sfortuna:
«Basta infortuni, voglio vincere tutte le partite»
Non è un portiere di tante parole, Nicolas Bremec. Va al sodo: a domanda risponde. «Sto meglio – assicura –. Sono tornato ad allenarmi tra i pali dalla scorsa settimana e domenica per la gara con la Carrarese sarò a disposizione del mister». Titolare? «Non lo so – sorride – non sono io a decidere».
Decide Dionigi, che del numero uno sudamericano ha profonda stima, maturata negli anni trascorsi insieme a Trapani: «Quando c'è un cambio di allenatore – commenta Nicolas – mi dispiace sempre. Però è così il calcio. E se un cambio doveva esserci sono contanto che abbiano scelto questo staff. Ho lavorato con loro per tre anni a Taranto e li conosco bene».
Per il portiere grigiorosso, arrivato in estate dopo il campionato in Serie B con il Vicenza, non è stata un'annata facile, soprattutto sul piano degli infortuni. Qualcuno si è chiesto se non fossero i metodi di lavoro troppo duri a sovraccaricare la muscolatura del 36enne estremo difensore. «Non so quale sia la verità. So che erano 5 o 6 anni che non subivo infortuni muscolari, pur cambiando allenatori e metodi di lavoro. Forse sarà il clima, forse l'età... possono esserci diverse componenti. Di sicuro – osserva – Spagnulo mi conosce bene. Speriamo che ora non succeda più».
Ricorda i passaggi delicati della sua stagione, Bremec: «Prima l'infortunio, poi la prima ricaduta, poi un'altra. E' stata dura, soprattutto mentalmente. Ma non è la prima volta che mi capita una stagione poco fortunata ed ho cercato di mantenere la tranquillità».
Quella che il portiere non ha mai perso anche quando la Cremo subiva qualche gol di troppo e nel mirino della critica ci finiva pure lui. Come per esempio dopo la sconfitta con il Venezia: «Le critiche fanno parte del ruolo di un portiere, è normale. Contro il Venezia Bocalon mi ha segnato da quasi 40 metri: bravo lui, un po' meno io a capire quello che voleva fare. Ma le critiche non mi creano problemi, io penso a lavorare per fare del mio meglio in campo e mantenere il massimo dell'equilibrio».
Dura se a gennaio si legge il proprio nome sulla lista dei partenti. «Anche questo è normale. Ero infortunato e questo preoccupava. Devo ringraziare la società e lo staff di aver continuato a credere nel mio recupero».
Merito anche del buon lavoro di Galli in sostituzione: «Riccardo è giovane e bravo. Deve ancora migliorare in qualcosa ma ha ottime prospettive. Concorrenza? Se chi gioca fa bene la squadra fa punti. Questo deve interessarci».
Anche adesso che i playoff sono in tasca? «Noi vogliamo vincere tutte le partite. Dobbiamo guadagnare la miglior posizione possibile. E chissà che non ci si trovi a giocarsi anche qualcosa di più».
In ogni caso le gare decisive si avvicinano e l'esperienza di un portiere come Bremec può risultare importante: «Con gli anni diventi più sereno, affronti le situazioni con più tranquillità e a gestire le pressioni. Questo può essere importante per esempio nelle gare di spareggio, anche se a quel punto i fattori sono tanti: condizione fisica, mentale e anche la fortuna. Lo stesso fattore campo può essere un vantaggio oppure no, dipende da quale clima si respira dentro uno stadio. Ma soprattutto è la mentalità della squadra che fa la differenza».
Se però nessuno la spunta tocca ai portieri: da quest'anno tornano i rigori. «In allenamento il mister ce li fa calciare dopo ogni partitella per decidere il vincitore. Ci divertiamo e intanto ci prepariamo anche a quella eventualità. Io non sono uno specialista, qualcuno però l'ho parato: l'anno scorso uno su due».
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