«Deve rischiare, non ci servono altri pareggi»
Lui promette: «Maglie sporche di Sudore e sangue»
Gigi Simoni, sempre presidente e di nuovo direttore tecnico della Cremonese, punta lo sguardo sul nuovo arrivato: «Capito, devi rischiare». Rossitto, sorridendo, annuisce: «Non abbiamo bisogno di pareggi – continua Gigi -. Il tentativo di vincere può portare anche a perdere, ma se non ci provi non vincerai mai».
Chiaro l'intento della società nel cambiare guida tecnica, esonerando Fulvio Pea e affidando la panchina a Fabio Rossitto, ex Pordenone (scherzi del destino, fu il Monza di Pea a farlo retrocedere dopo la lunga rincorsa ai playout). «L'esonero è una cosa normale per un allenatore – riflette ancora Simoni - ma con Pea c'è un dispiacere particolare, perché è un amico da tanti anni. Immagino anche a lui sia dispiaciuto doverci lasciare. Ha lavorato con grande impegno, ma come è successo anche a me diverse volte, l'allenatore paga per tutti. Anche se sappiamo che anche noi abbiamo fatto errori. Ora chiamò di ripartire con qualcosa di nuovo con Rossitto. A volte cambiando qualcosa si può ottenere quello che si è rincorso per mesi».
Il “qualcosa di più” ha un nome preciso: «Io credo in questa squadra più di chiunque altro. Se troverà il miglioramento che deve esserci è un gruppo che deve puntare ai playoff. Non so se ce la faremo, ma questo deve essere il nostro obiettivo. Per questo dobbiamo andare in campo per care di vincere tutte le partite».
A dare una mano a Rossitto ci sarà anche Marco Sansovini: l'attaccante arriva dal Pescara e ha firmato proprio oggi il contratto con i grigiorossi («e se ci dovesse presentare un'occasioen potremmo prendere anche un altro giocatore» aggiunge Simoni).
Il nuovo mister ringrazia il presidente e il patron Giovanni Arvedi per l'occasione offerta e si presenta ricordando «quella volta che mister Simoni mi fece retrocedere. Io giocavo nell'Udinese, la sua Cremo venne in Friuli e rimontò da 30-0 a 3-3 e noi retrocedemmo. Ecco quella è la Cremonese che ricordo e vorrei riportare quella grinta e quello spirito. Anche allo Stadio».
Tra gli obiettivi del nuovo tecnico grigiorosso – che mette il sistema di gioco in secondo piano e chiede ai suoi «magliette sporche di sudore ma anche con qualche goccia di sangue» - c'è anche quello di riportare gente allo Zini. Impresa non semplice ma lui promette: «La mia squadra darà sempre il massimo. Ci sono qualità importanti, ma questo gruppo deve liberarsi da tutti i pesi che lo frenano».
Da giocatore Rossitto era un mediano di grande carattere: «Ero aggressivo e determinato. Ma mi piaceva anche giocare il pallone. Ecco – guarda verso Simoni – ero uno coraggioso».
Il presidente strizza l'occhio: «Lui è giovane e ha entusiasmo. Facciamo una bella coppia. Ma io – precisa – continuo ad essere il presidente. Solo mi occuperò più di cose tecniche che della parte amministrativa».
Di lavoro ce n'è, e su più fronti. Rossitto darà la priorità ai rapporti umani con i giocatori: «Da giocatore, quando sentivo che un allenatore mi voleva bene sarei morto in campo per lui. Ma devo fare in fretta a capire le situazioni, perché non c'è tempo da perdere». Già l'unedì c'è l'Alessandria, non proprio un esordio morbido: «Sono queste le partite più facili -sorride il mister -. Se giochi contro la squadra che ieri ha giocato contro il Milan in semifinale di Coppa Italia è facile interpretarla nel modo giusto... Proverò ad alzare il baricentro della squadra senza perdere l'efficacia difensiva che i ragazzi hanno già dimostrato di avere. Di una cosa sono certo: non ci sarà nessuno superiore a noi sul piano della mentalità».
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