«Quest'anno mi sono divertito, ma c'è da migliorare
Rimango in grigiorosso per programmare»
Seduto, mentre risponde alle domande, Marco Giampaolo, segue il filo dei pensieri. Si prende qualche pausa per misurare le frasi, poi gesticola, picchietta sul tavolo come se fosse un campo su cui fare inserire l’interno e scalare un “quinto” in chiusura. «Io non gestisco, io alleno»: lo aveva detto subito, appena sbarcato a Cremona e in Lega Pro. Perché è così che il mister conquista i giocatori prima dei risultati. La leadership.
Perciò diversi dei suoi ragazzi hanno chiesto di restare per continuare a lavorare con lei?
«La verità è che con questo gruppo si è instaurato un ottimo feeling. Non per il dialogo, non sono uno che parla tanto con i calciatori. Però lavoro tanto e si vede che a loro è andato bene così».
E a lei?
«Io mi sono divertito. Chiedo molto e senza la disponibilità totale della squadra non conosco altri modi di allenare. Quindi se sono riuscito a lavorare nella mia dimensione devo ringraziare i miei giocatori.
[...]
«La regola degli 8 under e il limite dei 24 in rosa rende tutto più complesso. Ma un discorso generale sul mercato con Giammarioli lo abbiamo già fatto. Desidero confermare qualcuno, altri andranno a giocare. Il miglioramento sarà dato da giocatori con qualche campionato nelle gambe. Giocatori motivati, competitivi, che magari abbiano già vinto qualcosa. Ma non parlo di 35enni».
Per il 3-5-2?
«Sì, la squadra ha iniziato ad assimilarne i concetti. Al ritiro ci troveremo con un pezzetto di trada già fatto».
Tra i confermati, c’è qualcuno che reputa indispensabile?
«Tutti quelli che rimarranno sono importanti. Poi possiamo parlare di valori aggiunti. E allora Brighenti è un valore tecnico, Castellini di esperienza e morale, Briganti di temperamento. I più giovani come Crialese, Di Francesco, Moroni e Gambaretti danno entusiasmo e dinamicità. Poi ci sono i giocatori che ti possono cambiare le partite: Kirilov, Palermo, Jadid...»
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