lezione di calcio allo Zini
Qualità, intensità, gol da ritagliare e raccontare fra qualche tempo come si fa con i ricordi cari. La Cremo vive la serata più esaltante della stagione, demolisce il Pavia e spazza con le stesse sferzate rabbiose del vento di primavera le ultime nubi che si annidavano sulla classifica.
A risolvere la pratica è Brighenti. Le due bordate esplose dal piede destro del capitano sono il sigillo piazzato su una prova di forza che con il trascorrere dei minuti assume contorni inaspettati. Un monologo grigiorosso fatto di pressing ossessionante, occasioni mancate o sfiorate nell'ordine della mezza dozzina, combinazioni geometriche messe in pratiche sul filo della velocità. Un vortice che annichilisce la squadra di Maspero, riducendola al rango di sparring partner improvvisato.
E sì che alla vigilia pareva dovesse andare diversamente. A lasciarsi suggestionare dalla classifica, i pavesi avrebbero dovuto inzupparci come cantuccini nel Vin Santo. Invece la storia è un'altra. Brighenti è solo l'apriscatole, il grimaldello indispensabile a far saltare i piani ospiti, la punta di diamante che manda in briciole una difesa di cristallo. Intorno a lui ruota un congegno a orologeria, ispirato da Jadid. La squadra di Giampaolo – perché di squadra a tutto tondo si deve parlare - lascia poco al caso, a cominciare dal collante spalmato sulla fase difensiva. Rischia poco Galli, anche quando il Pavia tenta la risalita spedendo in campo l'intero arsenale a disposizione, che non è comunque poco nonostante Ferretti sia ancora a mezzo servizio. Anche con quattro punte, Soncin trequartista e Cesarini falsissimo mediano, non c'è trippa per gatti. Il 3-5-2 grigiorosso muovendosi a mantice mantiene la superiorità numerica in ogni zona. L'affidabilità dei difensori centrali ormai è proverbiale. Castellini, Briganti e Gambaretti lasciano briciole a Mattia Marchi e allo spento Soncin. Meglio non va a Cesarini, che da trequartista accende una volta sola i compagni, da esterno perde il duello con Ale Marchi e da medianosi eclissa defintivamente. Crialese, pur razionando la spinta sulla corsia di sinistra, dimostra senso di appartenenza e acume tattico. Chiusi a doppia mandata gli ultimi sedici metri, la Cremo comincia presto a macinare occasioni in avanti. Di Francesco, nelle vesti di turbo mezzala, per gli ospiti è l'incubo delle notti nere. Saltato Rosso, che non lo vede mai, è a tu per tu con Biasi che scava la differenza creando superiorità numerica nel cuore dell'attacco. Le parate di Facchin su Brighenti, il gol annullato a Gambaretti, la punizione fuori di un niente di Jadid e il pallone calciato malamente a lato da Marchi a portiere battuto sottolineano l'egemonia grigiorossa, ma al tempo stesso evidenziano limiti in zona tiro di cui si dovrebbe fare a meno. Maspero insoddisfatto, prova a rianimare i suoi chiedendo a Pederzoli di mettere pressione su Jadid, ma il centrocampista continua a illuminare. E il gol arriva per inerzia con Brighenti che salta di classe Abbate e fulmina di potenza Facchin. Il vantaggio è il giusto premio per una Cremo straripante. Il copione cambia poco nella ripresa, quando Maspero chiama in causa Cogliati, Grbac, Ferretti, rovescia moduli, stravolge strategie e posizioni senza ricavarne benefici. Nel muro dei pavesi affiorano anzi crepe ovunque e solo l'istinto di Abbate (espulso nel finale) che a portiere battuto salva su Jadid, mantiene in vita la speranza ospite. Una fiammella solo virtuale spenta da Brighenti a dieci minuti dal termine. E il 2-0, a ben guardare, sta stretto alla squadra di Giampaolo. Scusate il ritardo, ma stavolta la Cremo è davvero tornata.
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