Le giovani imprenditrici agricole di Coldiretti Cremona sono in prima linea nel dar vita alle lezioni proposte agli alunni del territorio, nel segno della “Scuola di Salute”.
Con il mese di gennaio ha preso avvio il progetto “Agribenessere”, che vede agricoltori e funzionari di Coldiretti Cremona dialogare con centinaia di alunni (dalla Scuola primaria agli Istituti superiori) sui temi della corretta alimentazione, della valorizzazione e promozione del vero Made in Italy, della conoscenza e tutela del territorio e delle nostre tradizioni rurali.
Nel pomeriggio, presso la Scuola primaria di Izano, “in cattedra” c’erano Emma e Daniela Ghidoni (classi 1990 e 1991), che hanno raccontato ai ragazzi il loro lavoro di allevatrici, con il quotidiano impegno a produrre un latte buono, sicuro, italiano.
“Il progetto ha finora ricevuto l’adesione di 31 classi, per un totale di 654 alunni – spiega Giacomo Maghenzani, di Coldiretti Cremona, coordinatore dei percorsi –. Primo obiettivo della nostra proposta, che parte dal dialogo fra l’agricoltura e la scuola, è avvicinare i ragazzi, e con loro le famiglie, a uno stile di vita sano, che coniughi una corretta alimentazione, una regolare attività fisica e un più forte rapporto con la campagna, che offre le migliori occasioni per mangiare sano, fare movimento e restare in forma”.
Tra le attività rivolte in particolare ai più piccoli, c’è il percorso “Obesità? No, grazie”, nel quale si analizzano con i bambini i corretti comportamenti a tavola, dando alcuni utili ‘consigli del benessere’, evidenziando il valore della stagionalità, sottolineando ad esempio l’importanza di scegliere una merenda a base di frutta, e di optare per i prodotti del territorio, garantiti personalmente dagli agricoltori. Gli incontri a scuola possono proseguire con una visita nelle aziende agricole o nei Mercati di Campagna Amica.
C’è spazio anche per parlare di Expo 2015: “Cogliamo l’occasione di questi incontri con bambini e giovanissimi – evidenzia Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Cremona – per sottolineare la strategicità dell’evento Expo, che mette il cibo in primo piano, e che dev’essere occasione per riaffermare e rafforzare la battaglia contro il finto Made in Italy, a partire dalla necessità di togliere tutti i prodotti agroalimentari dall’anonimato, obiettivo che si ottiene con l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta”.
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