«O adesso o mai più». Secondo Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, la mano tesa dall'Europa per fare del Po una via d'acqua da utilizzare per scopi turistici e commerciali, ma anche agricoli ed energetici, rappresenta l'ultimo treno, l'ultima occasione da cogliere al volo dopo vent'anni di parole e progetti rimasti nei cassetti. L'Europa dimostra di crederci. Lo ha fatto cofinanziando con 1 milione di euro il progetto sulla navigabilità del fiume denominato ("365 Po River System - Preliminary Project to improve navigation from Cremona Port to the Adriatic Sea"). Ma annunciando di essere disposta a mettere sul piatto la cifra monstre di 1,3 miliardi di euro, pari a 2.600 miliardi delle vecchie lire, su un budget stimato di 3 miliardi 250 milioni di euro per rendere il Po fruibile tutto l'anno. Cifra che, in realtà, cumula i 500 milioni di euro per realizzare il progetto “a corrente libera”, i 2 miliardi necessari per la cosiddetta regimazione e la cifra restante per proseguire il canale navigabile fra Cremona e Milano.
Finanziando lo studio sulla navigabilità, l'Europa ha voluto dare all'Italia un segnale politico preciso. Tutto sta a vedere se il nostro Paese sarà in grado di cogliere fino in fondo l'opportunità che ha davanti. Per fare il punto su questo grande progetto che ha anche l'obiettivo di rinaturalizzare il fiume riportandolo alle condizioni degli anni cinquanta e sessanta, oggi si sono dati appuntamento al porto l'assessore Beccalossi, il direttore dell'Aipo Luigi Fortunato, accompagnato dagli ingegneri Mille e Moretti, il presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini, quello della Provincia di Mantova Pastacci, il sindaco Oreste Perri, il presidente della Camera di Commercio, Giandomenico Auricchio, i consiglieri Malvezzi, Lena e Alloni ed alcuni rappresentanti delle imprese che operano sul fiume o nei porti lungo l'asta del fiume.
Non ha difficoltà a parlare di «iniziativa epocale, qualora dovesse andare in porto» il direttore dell'Aipo Fortunato. Anche secondo Malvezzi il fiume rappresenta «una grande risorsa, non solo una naturale autostrada d'acqua, ma anche uno strumento per la promozione turistica del territorio». Con un limite «invalicabile, quello della navigabilità. Finalmente siamo di fronte ad un passo concreto nella giusta direzione». Di «momento importante per tutti coloro che amano il fiume» parla Viviana Beccalossi che rimarca come siano vent'anni che si sente parlare di questo progetto, un sogno nel cassetto accarezzato da molti senza successo, anche per colpa della burocrazia e della scarsità di risorse. Piemonte, Lombardia, Emilia e Veneto hanno la possibilità di condividere un progetto che avrà importanti ricadute per i territori bagnati dal fiume e per le loro economie. Certo è presto per dire se riusciremo a realizzarlo, ma il finanziamento europeo dimostra che il progetto è ritenuto credibile perchè le buone idee trovano sempre le gambe su cui correre, naturalmente se c'è la volontà politica di realizzarle».
Convinto che sia un'occasione imperdibile è il Sindaco Oreste Perri: «In Europa si naviga sui fiumi da sempre. Questo è la prima tessera di un mosaico, di un progetto che da troppo tempo aspetta di essere avviato». Anche Salini sostiene che «la provincia crede a questo progetto da sempre, sin da quando al mio posto c'erano Giuseppe Torchio e Agostino Alloni». Ma come ora sia giunto il momento di passare dalle dichiarazioni di intenti ai fatti. «E' ormai chiaro a tutti che cosa si debba fare e come farlo. Anche la Provincia di Mantova ha dato la sua disponibilità. Ma i grandi progetti, per essere realizzati, hanno bisogno della sinergia fra pubblico e privato». D'accordo con Salini è l'omologo di Mantova Pastacci: «Qui si vince se si è uniti e se la governance del Po sarà più forte di quanto non sia stato fino ad ora». Ma realizzare le infrastrutture non basta. Bisogna anche attrarre le imprese. Ecco perchè – secondo Pastacci – serve anche una normativa di vantaggio per il sistema idroviario padano-veneto». D'altra parte – osserva Giandomenico Auricchio – le infrastrutture sono fondamentali per far sì che le imprese siano competitive con i Paesi vicini».
Anche secondo Agostino Alloni, da sempre sostenitore dell'importanza di investire sul Po, il cofinanziamento europeo è «una bella iniziativa che dimostra finalmente il cambio di passo, rispetto al passato, della Regione che decide di puntare sul trasporto fluviale come valida modalità di trasporto sostenibile come noi abbiamo sempre sostenuto».
Fortunato si sofferma sul fatto che i due progetti non sono alternativi e che si potrebbe benissimo iniziare ad intervenire con la sistemazione del fiume a corrente libera in attesa di dare via all'intervento strutturale di regimazione. «Il Po è malato ma è malato di morfologia, mentre la qualità delle acque è addirittura migliorata. Con la regimazione noi andremmo a recuperare la morfologia del Po com'era qualche decennio fa, prima che venissero realizzati alcuni interventi».
CORRENTE LIBERA - Si prevede di estendere ed integrare su tutto il tratto Cremona-Mar Adriatico la progettazione relativa alla sistemazione corrente libera del Po, che attualmente si avvale di un progetto esecutivo per il tratto Cremona-foce Mincio, redatto sempre dall'Aipo, e di alcuni interventi puntuali già in corso di attuazione nel tratto Foce Mincio-Ferrara, agendo sui pennelli fluviali e sulle curve di navigazione. La realizzazione della sistemazione a corrente libera è in grado di dare una soluzione immediata per il superamento dei punti critici esistenti.
REGIMAZIONE - Si tratta di approfondire lo studio già redatto da Aipo nel 2009, che prevedeva la costruzione di 4 sostegni (traverse) tra Cremona e foce Mincio, con possibilità di previsione di ulteriori 1 o 2 sostegni nelle provincie di Ferrara e Rovigo. La realizzazione della regimazione del fiume Po risolverebbe in modo definitivo il problema della navigazione, garantendo per tutto l'anno un tirante adeguato alle imbarcazioni che vorranno raggiungere il Porto di Cremona dal mare e viceversa. L'intervento riveste anche un significato importante per la produzione di energia da fonte rinnovabile, cosa che renderebbe l'intervento autosostenibile finanziariamente.
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