«Volevo fare qualcosa, ma non è esattamente quello che poi abbiamo fatto. Ipotizzavo un apporto più tranquillo, tipo un aiuto per i compiti scolastici. L’iniziativa è stata comunque mia ed è controcorrente, mi hanno detto, perché di solito è la moglie che parte con l’idea». Lui è Alessandro Stercoli, 47 anni, dirigente aziendale. Lei è Helen Difilippo, 44 anni, impiegata. Sono sposati, hanno una figlia di 14 anni e un figlio di 12. Abitano in una cascina ristrutturata a Castelponzone. «Io avevo qualche timore, lo riconosco. Incuriosita dall’affido, ma non ero sicura che fossimo all’altezza del compito», spiega Helen. L’incrocio con alcuni amici che avevano già fatto quell’esperienza e i primi colloqui con l’associazione Il Girasole sono stato l’inizio dell’avventura. Era il 2018. Poi i dialoghi con gli assistenti sociali. «Volevamo verificare le nostre motivazioni – spiega Alessandro – e controllare che fossimo consapevoli della differenza tra affido e adozione. Lo eravamo, ma non potevamo esserlo delle difficoltà che avremmo incontrato. C’era la possibilità di avere in affido bambini con disabilità, con l’aggiunta di una ragionevole raccomandazione: non fate gli eroi». «Ne abbiamo parlato anche con i nostri figli - aggiunge Helen –. Abbiamo cercato di coinvolgerli per una scelta di tutta la famiglia».
L’affido prevede anche interventi in emergenza. Il primo caso ha riguardato un bambino di un anno e mezzo con una mamma con problemi psichiatrici e un papà assente...

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Paolo Carini

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