Elena Bonetti è capolista nel partito di Azione - di cui è vicepresidente a livello nazionale - nella prossima corsa per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Già ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia nei governi Conte II e Draghi, è stata eletta deputato due anni fa, quando ancora Calenda e Renzi vivevano i loro (ultimi) momenti di sodalizio politico. Su “chi” dev’essere e “dove” debba andare l’Europa, Bonetti ha le idee chiare. Parla della necessità di una «voce unica», con una politica estera unitaria e, di conseguenza, una Difesa espressione di tutto il Continente. Stop alle ideologie ambientaliste, quelle che hanno partorito il Green Deal e via libera all’integrazione tra fonti rinnovabili e nucleare di ultima generazione. Un affondo anche sulla “famiglia”, argomento di cui si è occupata nel ruolo chiave di ministro: assegno universale da esportare come buona prassi, misure a sostegno dei giovani per rendere più certa e desiderabile la prospettiva di un nucleo familiare e investimento sulle energie femminili.
Sul piano internazionale, l’Europa mostra sempre di più la sua debolezza politica. Qual è la correzione di rotta da imboccare perché Bruxelles acquisti autorevolezza?
«Noi abbiamo un progetto chiaro: fare dell’Europa una grande potenza, un soggetto politico unitario con una politica estera comune. Serve quindi riformare le istituzioni europee dando più potere al Parlamento europeo, togliendo il diritto di veto nel Consiglio europeo e costruendo nello scenario internazionale un’azione europea condivisa».
Difesa comune europea: è d’accordo sulla sua realizzazione a scopo di deterrenza? Perché?
«È fondamentale compiere un processo di unificazione della difesa, accanto allo sviluppo di una politica estera comune. Dobbiamo porci come obiettivo la creazione di un esercito europeo comune che sappia difendere i nostri cittadini e preservare la pace, ma che possa al contempo rafforzare l’azione negoziale e diplomatica che l’Europa deve portare avanti, all’interno dell’Alleanza atlantica, nei confronti delle grandi questioni internazionali».
Sviluppo economico e tutela dell’ambiente: qual è la ricetta per tenere insieme questi due fattori che molti considerano contrapposti? A questo proposito, sarebbe favorevole ad un ritorno del nucleare in Italia?
«Lo sviluppo tecnologico e la transizione ecologica devono essere affrontati in modo contestuale. Noi proponiamo la (...)».
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